domenica, Agosto 17

Di cosa è morto Pippo Baudo: nessuna malattia, “spegnimento dolce” a 89 anni

Addio a Pippo Baudo

Pippo Baudo

è morto il 16 agosto 2025 all’età di 89 anni. Secondo quanto riportato, il decesso non sarebbe riconducibile a una malattia in atto, ma a un naturale declino legato all’età, definito in ambito clinico e giornalistico “spegnimento dolce”. È un’espressione che descrive l’esaurirsi progressivo delle funzioni vitali nelle fasi avanzate della vita, senza un singolo evento acuto o una patologia dominante a determinarne l’esito.

Nessuna patologia grave: voci, rassicurazioni, ultimi mesi

Negli ultimi tempi erano circolate indiscrezioni sulle condizioni del conduttore, legate ad alcune cadute e ai normali acciacchi dell’età. Baudo e il suo entourage avevano però sempre rassicurato il pubblico, rivendicando serenità e lucidità. Anche oggi, di fronte al dolore per la scomparsa, la ricostruzione prevalente parla di un addio senza sofferenze, coerente con l’idea di un accompagnamento naturale alla fine della vita.

Dalla Sicilia alla Rai: gli esordi di un fuoriclasse

Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo

nacque il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania. Figlio unico, si laureò in Giurisprudenza prima di scegliere la strada dello spettacolo. In televisione debuttò negli anni Sessanta con “Guida degli emigranti”, “Primo piano” e “Telecruciverba”, quindi con “CantaItalia” e il Festival di Napoli. Il suo stile, insieme fermo e accogliente, si impose subito come marchio di fabbrica.

Il re del prime time: record, format e rivoluzioni gentili

Con la Rai Baudo firmò una stagione irripetibile di varietà popolari: “Settevoci”, “Canzonissima”, “Domenica In”, “Fantastico”, “Novecento” e molti altri. La sua voce, il ritmo nel condurre e l’abilità nel creare rito televisivo trasformarono i programmi in appuntamenti familiari. Al Festival di Sanremo stabilì un primato assoluto: tredici conduzioni tra il 1968 e il 2008, spesso anche da direttore artistico, segnando il costume e il lessico della tv generalista.

Il talent scout: i volti lanciati e la scuola Baudo

Oltre a essere un mattatore, Baudo è stato un vero talent scout. Ha dato spazio e visibilità a artisti destinati a diventare simboli della musica e dello spettacolo: da Lorella Cuccarini a Anna Oxa, da Mietta a Laura Pausini, fino ad Andrea Bocelli, passando per Giorgia, Heather Parisi e molte altre protagoniste del piccolo schermo. Il suo fiuto, unito a disciplina e rigore, ha costruito carriere e reso la tv un ascensore sociale del talento.

Una parentesi a Mediaset, poi il ritorno e l’ultimo saluto

Sempre legatissimo alla Rai, con una breve incursione a Mediaset, Baudo ha continuato a essere un riferimento anche quando le apparizioni si sono diradate. Tra i rientri più significativi, “Domenica In”, “I fatti vostri” e “Sanremo Giovani” in coppia con Fabio Rovazzi. Nel febbraio 2024 la sua ultima apparizione nello speciale “La Tv fa 70” ha celebrato una storia professionale che coincide con quella della televisione italiana.

L’eredità di “Super Pippo”

Carisma, padronanza della scena, tempi perfetti: Baudo ha incarnato l’idea stessa di conduzione. Non solo intrattenimento, ma un modo di stare in onda che ha educato il pubblico alla curiosità, alla musica e alla scoperta dei talenti. Oggi resta un patrimonio di ricordi condivisi: sigle, debutti, grandi finali, rituali collettivi. La domanda che accompagna l’addio è semplice e potente: quanta parte della nostra memoria televisiva porta il suo timbro inconfondibile?

Un addio sereno, una presenza che resta

Il saluto a Pippo Baudo

racconta la fine di un’epoca e, insieme, la permanenza di una voce che continua a risuonare. Per milioni di spettatori, “Super Pippo” non è stato solo un presentatore, ma la televisione stessa: un compagno di serate, un cerimoniere di emozioni, un punto di riferimento che continuerà a vivere nel racconto di un Paese intero.

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