Non è un attacco personale al miliardario, precisa Crepet, ma un discorso più ampio e culturale: “A me compete dire, perché ho a cuore la questione educativa, che un evento simile comunica ai giovani che tutto è visibilità, tutto è soldi, tutto è finto. La cultura non c’è, non è nominata”.
I ricordi dei matrimoni dei maraja: “Una noia infinita”
Crepet non risparmia paragoni provocatori: “Da giovane, in India, ho assistito ai matrimoni dei maraja. Una noia infinita, un incubo. E oggi vedo la stessa cosa: tre giorni di festa senz’anima, con un coro genuflesso del Triveneto che accoglie Bezos come fosse Hemingway”.
Il culto del corpo e della borsa da 7.000 euro
L’analisi si sposta poi su un terreno più simbolico, con il riferimento agli ospiti presenti all’evento veneziano: “Mi preoccupano le ragazzine che affollano le calli per vedere le signore con borse da 7.000 euro. Questi sono modelli tossici. I corpi delle star sono ultra-corpi, come a Abu Dhabi. Non c’è niente di affascinante in tutto questo”.
Ne ha anche per Bill Gates: “Solo uno su un miliardo si arricchisce così. E allora prendiamo in giro i giovani. Prima di fare tre giorni di festa a Chioggia come Bezos, uno dovrebbe aver letto almeno un libro”.
“Venezia non è più Visconti, ma un reality globale”
La chiosa è amara e durissima: “Questo è un Occidente moribondo. I padri insegnano ai figli che tutto dipende da quanto guadagnano. Luchino Visconti sarebbe scappato da questa Venezia, è diventata Morte a Venezia al contrario”.
Infine, sulle proteste dei “No Bezos”, Crepet precisa: “Mi interessa chi produce pensiero, non chi si limita a opporsi. E non mi piace chi dice: tu qui non puoi stare. La cultura è confronto, non esclusione”.