Nell’attacco dell’articolo si legge: “Per la prima volta nella storia del torneo, due giocatori che hanno scontato squalifiche per doping competeranno per i titoli di singolare maschile e femminile”. Il quotidiano contesta la gestione dei procedimenti disciplinari, insinuando che Sinner e Swiatek abbiano goduto di trattamenti di favore, con squalifiche brevi e in periodi strategici, tali da non compromettere la loro partecipazione agli Slam.
Sinner and Swiatek target maiden titles at #Wimbledon following failed doping tests, with rivals having questioned severity of sanctions
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— Telegraph Sport (@TelegraphSport) July 12, 2025
Il pezzo insiste sulla narrazione di un sistema indulgente verso le star, che avrebbe concesso la possibilità di patteggiare e non avrebbe divulgato subito la notizia delle positività, generando un clima di opacità.
La verità sul caso Sinner
Nel caso specifico di Sinner, la WADA ha più volte chiarito che si trattava di un’infrazione minima, senza alcuna intenzionalità e con dosaggi infinitesimali, del tutto incompatibili con un uso dopante. La responsabilità ricadeva sul suo team medico, e l’atleta ha sempre collaborato.
Tuttavia, il Telegraph sembra ignorare volutamente la natura tecnica della vicenda, scegliendo di insistere sull’associazione tra Sinner e il doping, in un momento altamente simbolico come la finale di Wimbledon.
La reazione del pubblico e dei tifosi
Molti tifosi italiani e internazionali hanno reagito con sdegno all’articolo, definendolo una mossa scorretta e calcolata per destabilizzare Sinner. Anche alcuni addetti ai lavori, sui social, hanno evidenziato come l’attacco arrivi in un momento in cui l’atleta sta vivendo uno dei punti più alti della sua carriera.
La questione non è solo sportiva, ma mediatica e politica. L’editoriale del Telegraph rientra in un clima di tensione e invidia nei confronti del predominio tecnico e mentale che Sinner ha dimostrato nell’ultimo anno. La sua risposta, ancora una volta, sarà sul campo.