Volodymyr Zelensky ridisegna la squadra diplomatica che dovrà trattare il futuro dell’Ucraina. Con un decreto ufficiale, il presidente ha nominato Andriy Yermak, suo consigliere più fidato e capo dell’Ufficio presidenziale, a guida della delegazione incaricata di condurre i negoziati con Stati Uniti e Russia. Una scelta che conferma il peso crescente di Yermak nella gestione della guerra e nei rapporti con Washington.
La nuova squadra del dialogo: chi siederà al tavolo
La delegazione include figure di altissimo profilo dell’apparato di sicurezza e intelligence ucraino. Tra questi:
- Rustem Umerov, segretario del Consiglio di Sicurezza;
- Kirill Budanov, direttore dell’intelligence militare;
- Andriy Hnatov, capo di Stato maggiore;
- Oleg Ivashchenko, direttore dell’intelligence estera;
- Serhij Kyslycja, vice ministro degli Esteri;
- Yevheniy Ostryansky, vice segretario del Consiglio di sicurezza;
- Alexander Valentinovic Poklad, vice capo del Servizio di Sicurezza;
- Oleksandr Oleksandrovych Bevz, consigliere della Presidenza.
La nomina di Yermak, figura vicinissima a Zelensky, arriva in una fase in cui la diplomazia ucraina è sottoposta a pressioni crescenti, soprattutto dagli Stati Uniti.
Consultazioni in Svizzera: il piano Usa sul tavolo
Funzionari ucraini confermano che nei prossimi giorni si terranno nuovi colloqui ad alto livello in Svizzera tra Kiev e Washington. Al centro delle discussioni ci sarebbe la bozza del piano Usa in 28 punti, ampiamente circolata nelle ultime settimane e giudicata da fonti ucraine ed europee come troppo vicina alle richieste del Cremlino.
I punti più controversi della proposta americana
La bozza prevederebbe che l’Ucraina accetti:
- lo status quo nelle regioni Crimea, Luhansk e Donetsk,
- elezioni anticipate entro 100 giorni,
- una riduzione significativa delle forze armate ucraine,
- il ritiro della candidatura alla NATO,
- la progressiva revoca delle sanzioni contro la Russia.
Un quadro che molti osservatori definiscono “una capitolazione mascherata”, e che rischia di mettere Kiev e Washington su fronti divergenti.
Trump aumenta la pressione: «Kiev deve decidere entro il Ringraziamento»
L’amministrazione del presidente Donald Trump avrebbe imposto una scadenza precisa: Kiev deve comunicare la propria posizione entro il Giorno del Ringraziamento. In caso contrario, la Casa Bianca avrebbe ventilato “conseguenze” non meglio specificate, ma già più volte evocate nelle ultime settimane.
Trump ha dichiarato pubblicamente che «Zelensky dovrà fare i conti con il piano», alimentando timori su un possibile giro di vite nei rapporti bilaterali.
Una corsa diplomatica contro il tempo
Le prossime consultazioni in Svizzera saranno decisive per capire se il piano americano potrà diventare una base reale di trattativa o se l’Ucraina cercherà di rinegoziare i punti più duri. Intanto, la nomina di Yermak consolida il ruolo del suo inner circle e apre una nuova fase nella strategia diplomatica di Kiev.
















