giovedì, Giugno 19

Villa Pamphili, Kaufmann rifiuta l’estradizione e insulta l’Italia: “Italiani mafiosi”

Continua a tingersi di mistero il caso del duplice omicidio a Villa Pamphili. Francis Kaufmann, il cittadino americano accusato del delitto della giovane donna e della sua bambina, ha rifiutato il trasferimento in Italia e ha insultato i giudici italiani definendoli “mafiosi” durante l’udienza di convalida davanti alle autorità greche.

Detenzione in Grecia, estradizione sospesa

Kaufmann, 46 anni, è attualmente detenuto nel carcere di Larissa, in Grecia. Resterà lì in attesa che la Corte d’Appello si esprima sulla richiesta di estradizione avanzata dall’Italia. L’uomo, fermato pochi giorni fa dopo una fuga rocambolesca da Malta, ha respinto qualsiasi ipotesi di rimpatrio, lanciando anche pesanti accuse nei confronti del sistema giudiziario italiano.

Chi è davvero Francis Kaufmann?

In Italia si faceva chiamare Matteo Capozzi, ma il suo vero nome è Francis Kaufmann. Secondo fonti investigative, la sua famiglia gli versava 5.000 dollari al mese per vivere lontano dagli USA. Un’esistenza fatta di false identità e spostamenti improvvisi tra Malta e Roma. L’uomo aveva anche contattato un’agenzia immobiliare a inizio aprile per cercare casa a Monteverde, dove si pensa abbia abitato con la donna e la bambina prima dell’omicidio.

Chi era la donna trovata morta a Villa Pamphili?

L’identità della donna resta ancora incerta. Gli inquirenti ipotizzano possa essere una cittadina ucraina russofona, fuggita dalla guerra. Era giunta a Malta nel 2023, dove avrebbe conosciuto Kaufmann. Le indagini ora puntano a ricostruire i suoi ultimi movimenti e verificare se vi sia traccia di matrimonio o della nascita della figlia sull’isola.

Le indagini a Roma e Malta

Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Roma, sono da due giorni a Malta per cercare elementi utili all’identificazione della donna e della bambina. Intanto, a Roma, si scandagliano gli appartamenti tra Monteverde e Gregorio VII per individuare la possibile abitazione dei tre. Non si crede che abbiano vissuto in strada nei giorni precedenti al ritrovamento dei corpi.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.