venerdì, Luglio 4

Alemanno dal carcere: “Celle forno a Rebibbia, la politica dorme con l’aria condizionata”

Il diario di Gianni Alemanno letto in Aula da Michele Fina (PD)

“Qui si muore di caldo, ma la politica dorme con l’aria condizionata”

. Così scrive Gianni Alemanno nel suo diario dal carcere di Rebibbia, letto in Aula dal senatore Michele Fina (PD) durante il dibattito sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere.

Le parole dell’ex sindaco di Roma sono un atto d’accusa verso il sistema penitenziario italiano, aggravato dal caldo torrido e dal cronico sovraffollamento.

“Un gradiente termico da esperimento scientifico”

Alemanno descrive in modo dettagliato le condizioni climatiche nella struttura: «Al piano terra il caldo è sopportabile, ma salendo di piano la temperatura aumenta di almeno due gradi a rampa. Nell’ultima cella del corridoio, esposta al sole su due lati, l’‘effetto forno’ è una realtà». Ricorda poi che Rebibbia è stata costruita negli anni ’70, in cemento armato privo di coibentazione: d’inverno basta una coperta, d’estate non c’è scampo.

Ventilatori che non arrivano, strutture che collassano

«Non esistono impianti di condizionamento, solo vecchi ventilatori da tavolo», scrive Alemanno, aggiungendo che chi può permetterselo deve comprarli. Ma anche questo diventa un’impresa: «Ho ordinato un ventilatore da due settimane, ma non mi viene consegnato». L’ex ministro denuncia anche l’assenza di figure fondamentali come il caporeparto e il blocco delle più semplici pratiche burocratiche.

“Sovraffollamento disumano, nessuno sa più dove mettere i detenuti”

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