venerdì, Luglio 4

Alemanno dal carcere: “Celle forno a Rebibbia, la politica dorme con l’aria condizionata”

Secondo Alemanno, la vera emergenza è l’accatastamento umano: «Siamo a giugno e ci sono già state cinque proteste carcerarie in Italia». Racconta episodi di gestione fallimentare: malati collocati in reparti sbagliati, infermerie usate come alloggi improvvisati. E sottolinea il collasso dei Tribunali di sorveglianza, incapaci di assegnare tempestivamente pene alternative anche a chi ne ha diritto.

“Una vergogna che non fa rumore”

Tra le storie, quella di Mario, 81 anni, detenuto per reati finanziari commessi 15 anni prima e da giorni in attesa del trasferimento ai domiciliari, nonostante l’autorizzazione. Conclude con i dati più duri: 71 suicidi in carcere nel 2024, 38 nei primi sei mesi del 2025. Un suicidio ogni cinque giorni. «Chi muore in carcere spesso muore due volte: nella cella e nell’indifferenza collettiva».

La politica, denuncia Alemanno, fa la faccia feroce ma ignora la realtà quotidiana delle carceri. E attacca duramente: «Si spendono milioni per prefabbricati che non risolveranno nulla. Intanto si aspetta la prossima condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo».

“Quando ero sindaco, io ci perdevo il sonno”

A chi lo accusa di aver ignorato questi problemi da ministro o da sindaco, Alemanno replica: «Magari non riuscivo a risolvere tutto, ma non ho mai chiuso gli occhi. Avevo l’ossessione delle risposte da dare». E chiude con una frase che resta impressa: «Questo non è solo uno sbaglio. È una vergogna».

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