giovedì, Luglio 17

Napoli: licenziato vigile urbano, aveva annullato 282 multe per amici e familiari

 

Napoli, scandalo nella Polizia Municipale: licenziato un vigile urbano per aver annullato 282 multe a parenti e amici

 

Un nuovo caso di abuso di potere scuote la città di Napoli. Un agente della Polizia Municipale di Napoli, in servizio presso l’Ufficio Sanzioni Amministrative, è stato licenziato dal Comune dopo essere stato scoperto a cancellare in maniera irregolare centinaia di sanzioni amministrative. Secondo le indagini condotte internamente, il vigile avrebbe sfruttato la sua posizione per eliminare ben 282 multe, alcune delle quali intestate a sé stesso, altre a familiari e amici stretti.

Un comportamento illecito scoperto grazie ai controlli interni

L’agente protagonista della vicenda ha 44 anni ed era impiegato presso una sezione delicata della Polizia Municipale partenopea, quella relativa alla gestione delle sanzioni amministrative. In questo ruolo, aveva accesso diretto al sistema informatico attraverso il quale vengono registrate, gestite e, eventualmente, annullate le multe comminate ai cittadini.

I controlli hanno fatto emergere un quadro preoccupante: 13 multe sarebbero state annullate direttamente per sé stesso o per componenti della sua famiglia, mentre le altre 269 sanzioni sarebbero state eliminate per conto di due individui con cui il vigile aveva rapporti di conoscenza. Il totale delle multe annullate ammonta a circa 50mila euro, una cifra significativa per le casse comunali e, soprattutto, una grave violazione della legge e del codice etico della pubblica amministrazione.

Il metodo: accesso al sistema e cancellazioni arbitrarie

L’indagine ha rivelato che il vigile urbano accedeva al sistema informatico della Polizia Municipale utilizzando le sue credenziali personali. Attraverso questo accesso, procedeva ad annullare le contravvenzioni senza fornire alcuna documentazione di supporto, né alcuna motivazione formale. In pratica, agiva in totale autonomia e senza autorizzazione, approfittando della fiducia riposta in lui per scopi personali e illeciti.

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