Il pomeriggio di mercoledì 20 agosto si è trasformato in un momento di grande paura sul litorale di Formia, in provincia di Latina. In uno degli stabilimenti balneari più frequentati della zona, dieci persone hanno accusato un improvviso malore subito dopo aver consumato piatti a base di tonno.
L’episodio ha richiamato l’attenzione dei soccorritori, delle forze dell’ordine e delle autorità sanitarie, facendo emergere l’ipotesi di una intossicazione alimentare da pesce mal conservato.
L’accaduto ha inevitabilmente destato allarme tra i numerosi bagnanti e villeggianti presenti sul posto, in una giornata che fino a quel momento era stata dedicata al relax e al divertimento estivo.
I sintomi accusati dai bagnanti
Secondo le prime ricostruzioni, i dieci clienti dello stabilimento avrebbero iniziato a sentirsi male poco dopo aver mangiato del tonno servito in diverse preparazioni. I sintomi più frequenti sono stati:
nausea e vomito,
dolori addominali,
mal di testa,
arrossamenti cutanei e prurito,
in alcuni casi difficoltà respiratorie.
Tutti segnali che, per gli esperti, sono compatibili con una classica intossicazione alimentare e in particolare con quella che in campo medico viene definita sindrome sgombroide, una reazione legata alla presenza di istamina in alcuni pesci mal conservati come tonno e sgombro.
L’intervento immediato dei soccorsi
A seguito delle richieste di aiuto, sul posto sono giunti rapidamente i sanitari del 118, che hanno prestato le prime cure ai bagnanti colpiti dal malore. Dopo una valutazione iniziale, i dieci pazienti sono stati trasferiti presso il pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia, dove sono stati sottoposti a controlli più approfonditi e a terapie mirate.
Parallelamente, sono intervenuti anche i Carabinieri e gli specialisti del Nucleo antisofisticazioni e sanità (NAS) di Latina, che hanno immediatamente avviato verifiche sulle modalità di conservazione del tonno e sulla sua provenienza. L’obiettivo è accertare se vi siano state irregolarità nella catena di approvvigionamento o se lo stabilimento balneare non abbia rispettato le corrette norme igienico-sanitarie nella gestione del prodotto ittico.
L’ipotesi dell’intossicazione da istamina
Gli inquirenti e le autorità sanitarie stanno concentrando le indagini sulla possibile presenza di istamina, una sostanza che può svilupparsi nei pesci come tonno, sgombro e sardine quando non vengono conservati correttamente a basse temperature.
Questa condizione provoca la cosiddetta sindrome sgombroide, che non dipende dalla qualità intrinseca del pesce ma dal modo in cui viene stoccato e servito. L’ingestione di pesce contaminato da istamina può causare reazioni simili a quelle allergiche, con sintomi più o meno gravi a seconda della quantità assunta e della sensibilità individuale.
La sindrome, sebbene fastidiosa e potenzialmente pericolosa nei casi più seri, di solito non è letale e tende a risolversi con cure tempestive.
Le indagini sullo stabilimento balneare