L’attacco di Roberto Vannacci alla Commissione Ue
Roberto Vannacci, eurodeputato e vice-segretario della Lega, torna al centro del dibattito con un duro affondo contro la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. In un’intervista ad Affaritaliani, il generale ha definito «una follia» l’annuncio di nuove sanzioni contro la Russia e i prestiti all’Ucraina, criticando l’efficacia delle politiche europee adottate finora.
«Siamo al 19° pacchetto di sanzioni, ma Putin non è isolato»
«Follia, diceva Einstein, è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti», ha dichiarato Vannacci. «Siamo al 19esimo pacchetto di sanzioni e la Russia continua ad avanzare lentamente ma inesorabilmente in territorio ucraino. Putin non è morto, non è isolato, e si fa fotografare con decine di leader mondiali al summit della Shanghai Cooperation Organization. Intanto l’Europa sprofonda in una crisi senza fine».
L’accusa a Kiev e la critica ai fondi europei
Il generale sottolinea come Bruxelles abbia già stanziato circa 200 miliardi di euro a sostegno di Kiev «in tutti i settori», nonostante «provvedimenti antidemocratici» adottati dal governo ucraino. Tra questi, cita la nazionalizzazione delle agenzie anticorruzione, la repressione delle minoranze e persino «l’acquisto di gas dalla Russia», che a suo dire contraddicono i principi fondanti dell’Unione europea.
«Von der Leyen vuole la guerra ad oltranza»
Vannacci accusa la presidente della Commissione Ue di non voler perseguire una «pace ragionevole, quella ottenibile oggi», preferendo invece spingere per una guerra ad oltranza. «Se vogliamo ottenere qualcosa dobbiamo cambiare strategia. È l’ora che faccia i bagagli e se ne torni a casa», ha concluso l’eurodeputato leghista.
Il contesto politico
Le dichiarazioni arrivano in un momento di tensione crescente tra Mosca e Bruxelles, mentre la Polonia ha invocato l’articolo 4 della Nato dopo l’incursione di droni russi nel proprio spazio aereo. Le parole di Vannacci si inseriscono nel dibattito interno italiano, dove la Lega insiste su una linea più pragmatica e meno interventista rispetto al sostegno militare a Kiev. Resta da capire quanto queste posizioni influenzeranno l’agenda europea in vista delle prossime elezioni comunitarie.