lunedì, Settembre 29

Confessione shock in Gallura: l’imprenditore Ragnedda ammette di aver ucciso Cinzia Pinna

Il dramma di una notte qualunque

Era una notte di fine estate come tante, con le strade illuminate dai locali e il brusio della vita notturna. Nessuno immaginava che proprio in quelle ore stesse maturando una tragedia destinata a scuotere la Gallura e l’Italia intera. Cinzia Pinna, 33 anni, originaria di Castelsardo, sarebbe scomparsa di lì a poco, lasciando dietro di sé solo domande e inquietudine.

Il ritrovamento del corpo

Dopo giorni di ricerche, il silenzio della campagna gallurese è stato spezzato dal ritrovamento del corpo senza vita della giovane. I colpi di pistola che l’hanno raggiunta hanno raccontato la violenza di un femminicidio che ha scosso profondamente la comunità. Cinzia era stata vista l’ultima volta l’11 settembre, all’uscita da un locale di Palau.

La confessione dell’imprenditore

Le indagini dei carabinieri hanno portato a Emanuele Ragnedda, 41 anni, imprenditore vitivinicolo di Arzachena e figlio di una famiglia nota per la produzione di Vermentino. Dopo un lungo interrogatorio, l’uomo ha confessato: “L’ho uccisa io”. Ha tentato di giustificarsi sostenendo che la vittima lo avesse aggredito, ma la procura di Tempio Pausania ha immediatamente aperto un fascicolo per omicidio volontario.

Il presunto complice

Nel corso delle dichiarazioni, Ragnedda ha fatto il nome di un amico, un giardiniere di 26 anni, accusato di averlo aiutato a occultare il cadavere. Il giovane, però, ha negato con fermezza ogni coinvolgimento. Gli inquirenti stanno analizzando i tabulati telefonici per verificare le versioni dei due.

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