Un disegno di legge per contrastare il fondamentalismo islamico
Fratelli d’Italia torna a proporre una stretta sulle pratiche religiose considerate incompatibili con la legge italiana. Il partito di Giorgia Meloni ha infatti presentato alla Camera un disegno di legge che prevede il divieto dell’uso del velo integrale nei luoghi pubblici, sanzioni fino a 3.000 euro e un controllo più rigoroso sui finanziamenti esteri alle moschee.
Il provvedimento, firmato dal capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, dal responsabile del programma Francesco Filini e dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, punta – si legge nella relazione introduttiva – a “contrastare la creazione di contro-società in cui prevalgono norme religiose incompatibili con i principi dello Stato di diritto”.
“Basta zone grigie dove prolifera il fondamentalismo”
A spiegare le motivazioni della proposta è la deputata Sara Kelany, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia: “Abbiamo assistito a numerosi fenomeni di contro-società in Italia, dove non si applicano le norme dell’ordinamento ma la legge sharitica. È lì che prolifera il fondamentalismo islamico”.
Il ddl, composto da cinque articoli, introduce inoltre una normativa specifica contro i matrimoni musulmani forzati, rafforzando gli strumenti di tutela per le donne e le ragazze costrette a unirsi in nozze contro la loro volontà.
Il comma sul divieto del velo integrale
Il punto più discusso è l’articolo 5 del testo, che recita: “È vietato l’uso di indumenti che coprano il volto delle persone, di maschere o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luoghi pubblici, aperti al pubblico, luoghi di istruzione di qualunque ordine e grado, università, esercizi commerciali e uffici”.
La violazione del divieto comporta una sanzione amministrativa da 300 a 3.000 euro. L’obiettivo, spiegano i proponenti, è quello di “tutelare la sicurezza pubblica e riaffermare la necessità di riconoscibilità nei luoghi pubblici”.
Le prime reazioni politiche
Il disegno di legge ha già suscitato reazioni contrastanti tra maggioranza e opposizione. Se per Fratelli d’Italia rappresenta una misura di sicurezza e libertà individuale, per le opposizioni è un provvedimento dal forte sapore identitario e simbolico, destinato a riaccendere il dibattito sull’integrazione e la libertà religiosa.
La proposta arriverà in Commissione Affari Costituzionali nelle prossime settimane, ma è già chiaro che si preannuncia una battaglia parlamentare accesa, anche sul piano europeo, dove norme simili hanno spesso sollevato controversie giuridiche e politiche.