martedì, Ottobre 21

Mattarella in Belgio: “Intollerabili gli atti che vogliono indebolire la sovranità dell’Unione Europea”

Un messaggio di fermezza, pronunciato nel cuore dell’Europa. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato la sua visita di Stato in Belgio con un discorso di grande intensità politica e simbolica. Durante la cena ufficiale al castello di Laken, ospite di re Filippo, il Capo dello Stato ha denunciato come “intollerabili gli atti e le narrative che mirano a indebolire la sovranità del popolo europeo”.

Parole che arrivano in un momento di forti tensioni internazionali, con l’Europa costretta a fare i conti con sfide “esistenziali” — dalla sicurezza energetica ai conflitti ai confini orientali — e che suonano come un appello a difendere il progetto comunitario dalle spinte centrifughe e dai nazionalismi riemergenti.

Il richiamo alla storia e ai valori fondanti dell’Unione

Senza citare esplicitamente la Russia, Mattarella ha parlato di “guerra e aggressione”, richiamando l’insegnamento del premio Nobel per la pace Henri La Fontaine, che già nel 1913 denunciava la presunzione dei popoli di essere “giudici, parti e carnefici” delle proprie cause. Una citazione che oggi, a più di un secolo di distanza, risuona come monito contro ogni deriva autocratica e contro l’uso della forza come strumento politico.

Nel suo discorso, il Presidente ha sottolineato che “l’Unione Europea non può permettersi cedimenti” e che “la difesa della sovranità comune equivale alla difesa della pace”. Parole accolte con attenzione da re Filippo e dai rappresentanti istituzionali belgi, che hanno condiviso la necessità di una cooperazione sempre più stretta tra i Paesi fondatori.

Italia e Belgio, alleati nella costruzione europea

Mattarella ha ricordato il ruolo cruciale di Italia e Belgio come Paesi fondatori dell’UE. “Le nostre nazioni — ha detto — hanno creduto sin dall’inizio in un’Europa unita, libera e solidale”. Il Capo dello Stato ha sottolineato la necessità di un impegno comune “per affrontare la complessità del presente”, soprattutto sul piano economico e sociale.

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