Un messaggio di fermezza, pronunciato nel cuore dell’Europa. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato la sua visita di Stato in Belgio con un discorso di grande intensità politica e simbolica. Durante la cena ufficiale al castello di Laken, ospite di re Filippo, il Capo dello Stato ha denunciato come “intollerabili gli atti e le narrative che mirano a indebolire la sovranità del popolo europeo”.
Parole che arrivano in un momento di forti tensioni internazionali, con l’Europa costretta a fare i conti con sfide “esistenziali” — dalla sicurezza energetica ai conflitti ai confini orientali — e che suonano come un appello a difendere il progetto comunitario dalle spinte centrifughe e dai nazionalismi riemergenti.
Il richiamo alla storia e ai valori fondanti dell’Unione
Senza citare esplicitamente la Russia, Mattarella ha parlato di “guerra e aggressione”, richiamando l’insegnamento del premio Nobel per la pace Henri La Fontaine, che già nel 1913 denunciava la presunzione dei popoli di essere “giudici, parti e carnefici” delle proprie cause. Una citazione che oggi, a più di un secolo di distanza, risuona come monito contro ogni deriva autocratica e contro l’uso della forza come strumento politico.
Nel suo discorso, il Presidente ha sottolineato che “l’Unione Europea non può permettersi cedimenti” e che “la difesa della sovranità comune equivale alla difesa della pace”. Parole accolte con attenzione da re Filippo e dai rappresentanti istituzionali belgi, che hanno condiviso la necessità di una cooperazione sempre più stretta tra i Paesi fondatori.
Italia e Belgio, alleati nella costruzione europea
Mattarella ha ricordato il ruolo cruciale di Italia e Belgio come Paesi fondatori dell’UE. “Le nostre nazioni — ha detto — hanno creduto sin dall’inizio in un’Europa unita, libera e solidale”. Il Capo dello Stato ha sottolineato la necessità di un impegno comune “per affrontare la complessità del presente”, soprattutto sul piano economico e sociale.