I corridoi di una scuola media, solitamente luogo di educazione e convivenza civile, sono diventati teatro di una violenta aggressione verbale. La protagonista suo malgrado è la professoressa Francesca Pennetta, docente di Tecnologia, raggiunta da una madre furiosa per un episodio apparentemente banale: il mancato permesso alla figlia di andare in bagno fuori dagli orari stabiliti dal regolamento interno.
Convocata con urgenza durante le lezioni, la docente ha incontrato la donna in uno spazio appartato, ma la conversazione è degenerata in pochi secondi in un alterco acceso, fatto di urla, minacce e gesti aggressivi. Un episodio che ha messo in evidenza la crescente vulnerabilità degli insegnanti all’interno delle scuole.

L’inizio della lite: il regolamento e il diniego
La professoressa Pennetta ha chiarito sin da subito di aver applicato correttamente le norme dell’istituto, che prevedono orari specifici per l’accesso ai servizi igienici. L’alunna non aveva segnalato alcuna urgenza fisiologica, motivo per cui la docente ha ritenuto opportuno attenersi al regolamento.
Una spiegazione che la madre non ha accettato, iniziando a alzare la voce e gesticolare in modo sempre più minaccioso, trasformando l’incontro in un attacco verbale fuori controllo.
“Tu non sai chi sono io”: l’escalation e la chiamata ai Carabinieri
Di fronte all’aggressività crescente e al clima esasperato, la professoressa ha chiesto alla donna di lasciare l’edificio, avvertendo che in caso contrario avrebbe contattato le forze dell’ordine. La minaccia di chiamare i Carabinieri ha però provocato una reazione ancora più violenta.
La madre ha continuato a inveire contro la docente, arrivando a pronunciare frasi come: “Chiama chi vuoi, non me ne importa niente”. Sentendosi in pericolo, la professoressa ha composto il numero delle forze dell’ordine.


















