mercoledì, Novembre 12

Lega nel caos su Vannacci: Fedriga rompe il silenzio, Salvini prova a fermare la rivolta interna

Le parole di Roberto Vannacci sul fascismo, pronunciate e ribadite più volte nel corso degli ultimi giorni, hanno riacceso uno scontro interno mai sopito dentro la Lega. Le posizioni di revisionismo storico attribuite al generale – con giudizi considerati indulgenti verso il regime mussoliniano e le leggi razziali – hanno generato forte malumore tra i dirigenti più autorevoli del partito.

Nonostante il tentativo di Matteo Salvini di placare le polemiche invitando tutti a “guardare avanti e non al Ventennio”, lo scenario appare tutt’altro che stabilizzato. L’indicazione data dal leader ai suoi è chiara: nessuna lite interna fino a dopo le elezioni. Ma la tensione è evidente.

Zaia e Fedriga prendono posizione: «Basta ambiguità sul fascismo»

I primi a esporsi sono stati due governatori: Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. Il presidente del Veneto ha ricordato che non esiste nessuna giustificazione possibile per un regime che portò all’adozione di “schifosissime leggi razziali”.

Oggi è arrivata anche la presa di posizione netta di Fedriga, che ha definito il fascismo “uno dei grandi mali del nostro Paese” e le leggi razziali “la più grande vergogna”. Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha ribadito che su questo tema servono “parole nette” e nessun gioco di equilibrio.

I malumori nei gruppi e nelle chat interne

Nelle chat dei militanti e in molti territori del Nord, la convivenza tra la base storica del Carroccio e l’impostazione nazionalista e sovranista rappresentata da Vannacci è diventata sempre più difficile. Molti iscritti chiedono apertamente che venga allontanato, ritenendolo incompatibile con i valori fondativi del partito.

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