L’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti torna al centro del caso Garlasco con dichiarazioni destinate a riaccendere il dibattito sulla gestione dell’inchiesta e sul ruolo di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Ospite di Gianluigi Nuzzi a Dentro la notizia, in onda su Canale 5, Venditti affronta il tema della presunta corruzione emersa nell’indagine attuale, controbatte alle accuse e ammette errori nel suo operato del 2017.

“Io dovrei essere il corrotto? I soldi si sono fermati agli avvocati”
Venditti risponde in modo netto alle ipotesi avanzate dagli inquirenti di Brescia: «Io dovrei essere il corrotto, quello che ha percepito, il destinatario finale di questi movimenti di denaro. Questi movimenti di denaro si sono fermati agli avvocati di Sempio». Una frase che ribalta l’accusa e punta direttamente ai legali dell’allora indagato.
La Procura bresciana sta infatti indagando su presunte somme in contanti che la famiglia Sempio avrebbe destinato per ottenere l’archiviazione del 2016. Un nodo ancora tutto da chiarire, e che Venditti respinge con forza.
La svolta: “Mi sarei dovuto fermare nel 2017”
Ma la parte più sorprendente dell’intervista arriva quando Venditti rilegge il suo stesso operato a distanza di anni: «Rileggendo tutti gli atti negli ultimi giorni: mi sarei dovuto fermare a gennaio 2017, non avrei dovuto proseguire nelle indagini».
Secondo l’ex procuratore, il punto decisivo sarebbe stato il pronunciamento della Corte d’Appello di Brescia che giudicò inammissibile la richiesta di revisione del processo per Alberto Stasi. Da quel momento, sostiene oggi, l’indagine non avrebbe dovuto andare avanti.


















