La vicenda della “famiglia nel bosco” di Palmoli, in Abruzzo, è ormai deflagrata oltre la cronaca. In poche ore è diventata un caso politico, giudiziario e persino diplomatico, con accuse incrociate, richieste di ispezioni e un dibattito nazionale sulle scelte educative e sui limiti dell’intervento dello Stato.
Chi sono: una famiglia anglo-australiana nei boschi d’Abruzzo
La famiglia, composta da padre, madre e due figli, vive da anni in una casa immersa nei boschi del Vastese. Una scelta radicale e volontaria, raccontata dal padre come un progetto di “vita semplice, sostenibile e libera”. Nessun abuso, dicono i genitori: solo una filosofia alternativa.
Tre bambini portati via ai genitori perché vivevano nel bosco, lontani da cellulare e McDonald’s. Non maltrattamenti: scelte educative diverse.
Se lo Stato decide come devi crescere i figli, non è protezione, è sequestro.#statoetico #famiglia #giustizia #zuppadiporro— Nicola Porro (@NicolaPorro) November 21, 2025
Ma per il Tribunale dei Minori dell’Aquila quella scelta esponeva i bambini a rischi concreti. Nell’ordinanza si parla di “rischio per l’incolumità fisica e per lo sviluppo delle relazioni”, di isolamento eccessivo e di condizioni ritenute inadeguate.

L’atto ha disposto la sospensione della potestà genitoriale e il trasferimento dei minori con la madre in una casa famiglia.
Il padre: «Non abbiamo mai fatto male ai nostri figli»
Il padre respinge tutte le accuse: «È una scelta di libertà. Non abbiamo mai fatto male ai nostri figli. Li abbiamo cresciuti nella natura, in sicurezza. Per noi è uno shock», ha dichiarato ai media.
Secondo lui si tratterebbe di un intervento sproporzionato e dettato da pregiudizi culturali.
Meloni chiede approfondimenti, Nordio valuta gli ispettori
Il caso è arrivato direttamente sul tavolo del governo. Fonti di Palazzo Chigi confermano l’interesse personale della premier Giorgia Meloni, che avrebbe chiesto di verificare l’operato del tribunale.
A nome di tutti gli italiani che sono dalla vostra parte, perdonaci Nathan, se puoi.
Di Sebastiano Alicata
Oggi il mio pensiero va
a lui.
A Nathan.
A quel padre rimasto da solo nella casa nel bosco, qualche ora dopo che la sua famiglia gli è stata portata via.
L’hanno… pic.twitter.com/8QMSTXWLrE— Sabrina F. (@itsmeback_) November 21, 2025
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio – riferiscono Repubblica e Il Fatto – sta valutando l’invio degli ispettori a L’Aquila per accertare la correttezza delle procedure.
Un passo che segnerebbe un intervento rarissimo e dal forte peso politico.
Salvini all’attacco: «Una vergogna dello Stato»
La reazione più dura è arrivata dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che definisce l’allontanamento dei bambini una decisione “vergognosa”.
Il leader della Lega attacca frontalmente la magistratura minorile e rilancia sui social una petizione a sostegno della famiglia: «Vanno restituiti subito ai genitori. Mi vergogno di uno Stato così». Immediate le proteste dell’ANM, che parla di “attacchi inaccettabili alla magistratura” e difende l’operato del tribunale.
Il caso diventa diplomatico: possibili passi di Londra e Canberra
La famiglia ha doppia cittadinanza, britannica e australiana. Per questo, come riportano più fonti, la vicenda è monitorata anche a livello diplomatico.
Le ambasciate potrebbero chiedere formalmente informazioni all’Italia sugli atti che hanno portato alla separazione dei minori dai genitori.
Riepilogo dei motivi dell’allontanamento: cosa dice l’ordinanza
Secondo il decreto del Tribunale dei Minori, i bambini sarebbero stati esposti a:
- isolamento relazionale rispetto ai coetanei;
- mancanza di adeguate condizioni abitative secondo i parametri di legge;
- rischi legati alla distanza da servizi sanitari e scolastici;
- assenza di prospettive di integrazione sociale.
Nessun riferimento – sottolineano le fonti – ad abusi o violenze. Il provvedimento nasce invece da una valutazione di “ambiente non idoneo allo sviluppo globale dei minori”.
Un caso che divide l’opinione pubblica
La famiglia del bosco è stata divisa: vergogna Italia! 🤮 pic.twitter.com/tobXpbVHYj
— Matteo Gracis (@matteogracis) November 21, 2025
Sui social esplode il dibattito. C’è chi sostiene la famiglia e chi difende la decisione dei giudici. Alcuni parlano di “Stato invadente”, altri di “tutela necessaria”.
Il video della loro vita nel bosco, diffuso da più canali, ha superato in poche ore centinaia di migliaia di visualizzazioni.
La famiglia presenterà ricorso nei prossimi giorni. Intanto, l’eventuale invio di ispettori da parte del ministro Nordio potrebbe rimettere tutto in discussione e aprire un caso istituzionale senza precedenti recenti.



















