sabato, Novembre 8

È morto Peppe Vessicchio: addio al maestro simbolo di Sanremo e della musica italiana

Lutto profondo nel mondo della musica italiana: il maestro Peppe Vessicchio è morto all’età di 69 anni all’ospedale San Camillo di Roma, dove era stato ricoverato in seguito a una complicazione improvvisa. La struttura ha confermato il decesso parlando di una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente. I funerali, fa sapere la famiglia, saranno privati.

Una carriera che ha segnato intere generazioni

Giuseppe Vessicchio, per tutti Peppe, era considerato uno dei direttori d’orchestra e arrangiatori più amati dal pubblico italiano. Icona del Festival di Sanremo, dove è stato protagonista a partire dal 1990, Vessicchio è riuscito negli anni a coniugare tecnica, eleganza e un rapporto unico con il pubblico.

Ha diretto la canzone vincitrice del Festival in quattro edizioni: gli Avion Travel nel 2000, Alexia nel 2003, Valerio Scanu nel 2010 e Roberto Vecchioni nel 2011. A questi successi si aggiungono numerosi premi come migliore arrangiatore e una lunghissima lista di collaborazioni con grandi nomi della musica italiana.

Le collaborazioni più importanti

Nel corso della sua carriera ha lavorato con artisti come Gino Paoli, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Andrea Bocelli, Zucchero, Ornella Vanoni, Ron, Biagio Antonacci ed Elio e le Storie Tese. La sua versatilità lo ha portato a dirigere orchestre in Italia e all’estero, fino al Cremlino, durante un omaggio a John Lennon.

Il rapporto con la televisione e la nuova popolarità

Parallelamente alla carriera da direttore d’orchestra, Vessicchio aveva conquistato un’enorme popolarità mediatica grazie alla sua presenza come professore nel talent “Amici di Maria De Filippi”. Qui la sua figura, riconoscibile e rassicurante, era diventata punto di riferimento anche per un pubblico giovanissimo.

I progetti futuri e l’eredità artistica

Nonostante i decenni di carriera, Vessicchio non aveva mai smesso di sperimentare. Nel 2026 era previsto un nuovo tour teatrale dal titolo “Ecco che incontro l’anima”, insieme a Ron, segno di una creatività che non aveva perso forza. La sua scomparsa lascia un vuoto enorme nel mondo della musica e dello spettacolo italiano.

Il maestro se ne va così, all’improvviso, lasciando dietro di sé un’eredità fatta di talento, umanità e momenti diventati parte della storia musicale del Paese.

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