lunedì, Aprile 21

Addio Papa Francesco, mondo in lutto: come se n’è andato

“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre. La sua vita è stata un dono al servizio del Signore e della Sua Chiesa,” ha dichiarato il cardinale.

Queste parole racchiudono l’essenza di un uomo che ha dedicato ogni istante della propria esistenza al Vangelo, alla compassione, alla giustizia sociale e all’amore per gli emarginati.

Come è morto Papa Francesco: “Il cuore ha ceduto dopo la crisi respiratoria”

Il mondo piange la morte di Papa Francesco, ma molti si interrogano su cosa sia accaduto esattamente negli ultimi istanti della sua vita. A fare chiarezza è il professor Claudio Micheletto, direttore di Pneumologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e presidente dell’Associazione Pneumologi Ospedalieri.

«Nei giorni scorsi abbiamo visto il Papa con i naselli per l’ossigeno – ha spiegato Micheletto – rientrava tra i pazienti con una insufficienza respiratoria, una condizione seria. Con bassi valori di ossigenazione, il cuore va in sofferenza e si può morire per un arresto cardiaco che è la diretta conseguenza di una crisi respiratoria acuta».

Una situazione clinica compromessa

Il Pontefice, dimesso recentemente dal Policlinico Gemelli dopo un ricovero per complicazioni respiratorie, aveva mostrato segni evidenti di difficoltà: uso dell’ossigeno, affaticamento e debolezza visibile.

Secondo Micheletto, il Papa ha dimostrato grande resistenza: «I pazienti con BPCO hanno una mortalità post-ospedalizzazione del 20%». La sua morte, però, è arrivata per un evento improvviso e tipico di pazienti con patologie respiratorie croniche: un arresto cardiaco causato dalla mancata ossigenazione del cuore, già stressato dalle condizioni pregresse.

“Una crisi respiratoria acuta può spegnere il cuore”

La spiegazione è netta: quando il corpo non riceve abbastanza ossigeno, il cuore è il primo organo a cedere. Questo meccanismo, purtroppo, è noto agli specialisti: «È una morte che arriva improvvisa, ma non è inattesa in pazienti così fragili», ha concluso Micheletto.

Il Pontefice era stato colpito in passato da gravi infezioni e aveva subito diversi interventi chirurgici, tra cui quello al colon e un ricovero per polmonite. Negli ultimi mesi era apparso più affaticato, ma aveva continuato la sua missione pastorale con determinazione, fino all’ultimo.

Oggi la medicina conferma ciò che il mondo intuisce con dolore: Papa Francesco ha lottato fino alla fine, ma il suo cuore non ha retto più.

Le condizioni di salute del Santo Padre: una lotta contro la polmonite bilaterale

Solo pochi giorni prima della sua morte, la Sala stampa del Vaticano aveva divulgato un bollettino medico che evidenziava le precarie condizioni di salute di Papa Francesco. Gli era stata diagnosticata una polmonite bilaterale, una grave infezione polmonare che, in soggetti anziani, può avere conseguenze molto serie. Questo stato di salute già delicato era stato ulteriormente complicato da una base clinica segnata da bronchiectasie e bronchite asmatiforme.

Gli esami diagnostici, tra cui radiografie toraciche e una tomografia computerizzata (TAC), avevano rivelato un’infezione complessa, con una componente polimicrobica, il che ha richiesto un trattamento aggressivo a base di antibiotici e cortisonici. Nonostante l’evoluzione della malattia e le terapie intense, il Papa ha mantenuto la sua abituale serenità e forza interiore.

Un esempio di fede anche nella sofferenza

In questo difficile momento, Papa Francesco non ha mai abbandonato la sua vita spirituale. Ha continuato con devozione i suoi momenti di preghiera, ha ricevuto l’Eucaristia e ha trascorso il tempo leggendo testi religiosi. Anche nei giorni più critici, la sua fede è rimasta salda, diventando fonte di ispirazione per tutti i fedeli. Ha inoltre chiesto preghiere da parte della comunità mondiale, rafforzando ancora di più il profondo legame con chi, in ogni parte del pianeta, ha seguito il suo pontificato con amore e ammirazione.

Un leader spirituale con una visione globale

Papa Francesco non è stato solo una guida religiosa, ma anche un leader morale e sociale, capace di portare una ventata di rinnovamento nella Chiesa cattolica. Dalla sua elezione, avvenuta il 13 marzo 2013, ha operato per rendere la Chiesa più vicina alle persone, più trasparente e più aperta alle sfide contemporanee. Le sue encicliche, in particolare Laudato si’ e Fratelli tutti, hanno rappresentato veri e propri manifesti etici per un mondo più giusto, solidale e rispettoso dell’ambiente.

Una vita dedicata al servizio

Jorge Mario Bergoglio è nato nel 1936 a Buenos Aires, figlio di immigrati piemontesi. Prima di entrare nella vita ecclesiastica, si era diplomato come tecnico chimico. Tuttavia, nel 1957 decise di entrare nella Compagnia di Gesù, dando inizio a un cammino che lo avrebbe portato alla guida della Chiesa universale. Dopo gli studi in filosofia e teologia, venne ordinato sacerdote nel 1969. La sua formazione si distinse per un’attenzione particolare alle discipline umanistiche, come la letteratura e la psicologia.

Durante gli anni ’80 fu preside della Facoltà di Filosofia e Teologia di San Miguel e successivamente direttore spirituale a Córdoba. La sua ascesa nella gerarchia ecclesiastica fu rapida: vescovo ausiliare nel 1992, arcivescovo nel 1998 e cardinale nel 2001, per volere di Papa Giovanni Paolo II.

L’elezione a Papa e il pontificato della misericordia

Il 13 marzo 2013, in seguito alla storica rinuncia di Papa Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio venne eletto Papa. Scelse il nome “Francesco” in onore di San Francesco d’Assisi, simbolo di umiltà, povertà e amore per il creato. Fin dai primi atti del suo pontificato, Papa Francesco ha mostrato uno stile diverso, più semplice e diretto, rifiutando sfarzi e privilegi.

Il suo pontificato è stato caratterizzato da un’attenzione speciale verso gli ultimi, gli emarginati, i migranti e i poveri. Ha denunciato le ingiustizie sociali, la cultura dello scarto e il consumismo esasperato, diventando una voce profetica nel panorama mondiale.

Encicliche e iniziative ecumeniche

Tra i documenti più importanti del suo pontificato troviamo Lumen fidei (2013), Laudato si’ (2015) e Fratelli tutti (2020). In Laudato si’, Papa Francesco affronta con coraggio il tema dell’ecologia integrale, chiedendo a tutta l’umanità un cambiamento radicale nel rapporto con l’ambiente. Fratelli tutti, invece, è un invito accorato alla fratellanza universale, alla pace e alla cooperazione tra i popoli.

Il suo impegno ecumenico si è concretizzato anche attraverso storici incontri, come quello con il patriarca ortodosso Kirill, segnando un passo avanti nel dialogo tra le Chiese cristiane.

Libri e pensieri di un Papa vicino alla gente

Oltre ai testi ufficiali, Papa Francesco ha scritto diverse opere accessibili al grande pubblico. Libri come Solo l’amore ci può salvare, La felicità in questa vita, Oltre la tempesta e Spera hanno permesso a tanti fedeli di avvicinarsi alla spiritualità cristiana con parole semplici e profonde. I suoi scritti riflettono una visione del mondo in cui la fede diventa forza trasformativa per la società.

L’eredità spirituale di Papa Francesco

Con la sua scomparsa, si chiude un capitolo straordinario nella storia della Chiesa cattolica. Papa Francesco ha saputo essere un pastore vicino al popolo, un uomo di pace, un profeta dei nostri tempi. Il suo pontificato ha portato luce, apertura e speranza in un mondo spesso segnato da divisioni e sofferenze.

La sua eredità continuerà a vivere nel cuore dei milioni di fedeli che lo hanno amato, nei cambiamenti che ha promosso e nei valori che ha trasmesso con forza e dolcezza. La comunità cattolica, ora unita nel lutto, celebra la sua vita con gratitudine, consapevole che la sua voce risuonerà ancora a lungo nel cammino della Chiesa.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.