sabato, Settembre 6

Adriano Pappalardo indagato per insulti a Giorgia Meloni: il caso del concerto di Passoscuro

L’episodio al concerto di Passoscuro

È bufera su Adriano Pappalardo, finito al centro di un’indagine giudiziaria dopo quanto accaduto lo scorso 20 agosto durante un concerto a Passoscuro, frazione di Fiumicino. Dal palco, il cantante avrebbe rivolto insulti e gesti volgari alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, facendo anche riferimenti irrispettosi al rapporto con l’ex presidente americano Donald Trump. L’episodio, ripreso in video da alcuni spettatori, ha fatto il giro dei social generando un’ondata di polemiche.

La reazione del pubblico

Durante la serata, il pubblico ha reagito con fischi e contestazioni, segnale che molti non hanno gradito lo sfogo politico dell’artista. Alcuni spettatori hanno perfino deciso di lasciare la platea in segno di protesta. Poche ore dopo, Pappalardo aveva tentato di rimediare pubblicando delle scuse, definendo il suo comportamento un “errore dettato dalla tensione”.

L’indagine della Procura

L’inchiesta è stata avviata dalla Procura di Civitavecchia, che ha aperto un fascicolo dopo aver ricevuto l’informativa dei carabinieri. Gli investigatori hanno acquisito i filmati della serata per chiarire i contorni dell’accaduto, compreso ciò che Pappalardo avrebbe pronunciato prima di salire sul palco. Tra le ipotesi di reato figurano diffamazione aggravata e vilipendio, con la presidente del Consiglio indicata come parte offesa.

Le possibili conseguenze

Qualora le accuse venissero confermate, Pappalardo rischierebbe un processo per reati che prevedono pene sia pecuniarie che detentive. La vicenda, intanto, ha acceso il dibattito politico e mediatico: da un lato c’è chi difende la libertà d’espressione, dall’altro chi sottolinea la gravità degli insulti rivolti a una figura istituzionale.

Le scuse del cantante

Pappalardo, noto per la sua carriera tra musica e televisione, ha cercato di stemperare i toni dichiarando di non aver voluto offendere personalmente la premier. Tuttavia, le scuse non hanno fermato l’apertura dell’indagine e resta da capire se la procura riterrà di procedere con l’imputazione.

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