giovedì, Maggio 15

“Alberto Stasi incastrato”. Per la prima volta spuntano i messaggi della cugina di Chiara Poggi

Caso Chiara Poggi: emergono nuovi elementi, “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”

Un nuovo sviluppo scuote il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa brutalmente nella sua casa di Garlasco il 13 agosto 2007. Dopo anni di silenzio, tornano sotto i riflettori alcuni messaggi inediti appartenenti a Paola Cappa, cugina della vittima, che avrebbero potuto cambiare le sorti del processo fin dall’inizio. Uno dei messaggi più significativi recita: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, riferendosi ad Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e unico condannato per il delitto.

alberto stasi chiara poggi

Questa nuova informazione, contenuta in un archivio di 280 messaggi recentemente acquisiti dalla Procura di Pavia, riapre interrogativi mai del tutto sopiti e potrebbe mettere in discussione la condanna definitiva inflitta a Stasi nel 2015.

Le indagini ripartono: nuove piste e vecchie omissioni

A distanza di quasi 18 anni dall’omicidio, le autorità sembrano intenzionate a rivalutare elementi mai approfonditi e a considerare nuove direzioni investigative. Come già suggerito nel 2007 dall’allora comandante dei carabinieri Franco Marchetto, si torna a indagare “a 360 gradi”, con un focus più attento su dettagli familiari e dinamiche interne alla cerchia ristretta della vittima.

Particolare attenzione è rivolta alla famiglia Cappa, soprattutto alle gemelle Paola e Stefania, già ascoltate all’epoca dai carabinieri. Tuttavia, alcune verifiche cruciali non furono mai portate a termine. Tra queste, la segnalazione della presenza di una bicicletta nera mai identificata e potenzialmente riconducibile al giorno dell’omicidio.

Un supertestimone e i dubbi sulla presenza delle cugine

A rianimare l’interesse investigativo è anche la comparsa di un supertestimone anonimo, che avrebbe collocato Stefania Cappa in un luogo inaspettato il giorno del delitto. Questa dichiarazione, se confermata, potrebbe compromettere la ricostruzione finora accettata dai giudici.

Anche vecchie testimonianze ritornano d’attualità. Una tra tutte è quella di Marco Muschitta, che raccontò di aver visto nei pressi della villetta di Chiara una ragazza bionda in bicicletta e un SUV scuro. La sua dichiarazione fu successivamente ritrattata, poiché Muschitta sostenne di aver subito pressioni da parte delle forze dell’ordine per cambiare versione.

Il SUV scuro e la madre delle gemelle

Un altro elemento importante arriva dal racconto di Vignati, un commerciante del posto, che dichiara di aver visto un SUV scuro transitare davanti al suo negozio il giorno dell’omicidio. Alla guida del veicolo, l’uomo avrebbe riconosciuto la madre di Paola e Stefania Cappa. Questo dettaglio alimenta ulteriori sospetti sulle effettive dinamiche familiari e sulle presenze attorno alla casa di Chiara nelle ore cruciali.

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