martedì, Agosto 12

Allarme alimentare in Italia: ritirato un lotto di caffè per contaminazione chimica

Allarme alimentare in Italia: ritirato un lotto di caffè per contaminazione chimica da ocratossina A

Una nuova segnalazione di allerta alimentare scuote i consumatori italiani, questa volta riguardante uno dei prodotti più amati e consumati nel nostro Paese: il caffè.

 

Il Ministero della Salute ha reso noto il ritiro precauzionale di un lotto specifico di caffè macinato, a causa della presenza eccessiva di ocratossina A, una sostanza tossica che può rappresentare un pericolo per la salute umana.

Dettagli del richiamo: marca, lotto e scadenza

Il prodotto coinvolto nel richiamo è caffè macinato in polvere, venduto in confezioni da 250 grammi. Il lotto interessato è contrassegnato dal codice B26A, con termine minimo di conservazione (TMC) fissato al 26 febbraio 2027.

Questo caffè è stato prodotto dal Gruppo Gimoka S.p.A., presso lo stabilimento di Andalo Valtellino, in provincia di Sondrio, per conto di Selex Gruppo Commerciale S.p.A., noto gruppo della grande distribuzione. I prodotti Selex vengono venduti in supermercati con insegne conosciute come Famila, A&O e C+C, oltre a numerosi altri marchi locali e regionali.

Il richiamo è stato ufficializzato attraverso il portale del Ministero della Salute dedicato alle allerte alimentari, e rientra nelle misure preventive per garantire la sicurezza dei consumatori.

Cosa è l’ocratossina A e perché è considerata pericolosa

L’ocratossina A (nota anche con la sigla OTA) è una micotossina prodotta da particolari muffe appartenenti ai generi Aspergillus e Penicillium. Questi funghi possono proliferare su alimenti conservati in condizioni inadatte, in particolare cereali, frutta secca, spezie e caffè.

Secondo l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), l’ocratossina A è considerata una sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo, in particolare per i reni, e può provocare anche danni genetici (genotossicità). Proprio per questi motivi, la sua presenza negli alimenti è regolamentata da limiti molto rigidi a livello europeo.

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