Blengino ha chiamato più volte il 112 per autodenunciarsi e far partire un’azione giudiziaria, ma – secondo i Radicali – “le autorità hanno ignorato l’applicazione della norma, seppur solerti nel perseguire i piccoli spacciatori”.
Il fermo in piazza e la replica dei Radicali
In un comunicato diffuso nel pomeriggio, i Radicali hanno reso noto che Blengino è stato fermato e identificato in questura:
“Il segretario è stato portato via dalla polizia dopo aver allestito simbolicamente un CBD shop davanti a Palazzo Chigi”.
La protesta punta il dito contro l’articolo 18 del decreto sicurezza, che vieta la cann*bis light per qualsiasi scopo al di fuori del florovivaismo professionale: niente commercio, vendita, trasformazione o detenzione. Una stretta normativa che ha cancellato un comparto economico regolare e in crescita.
Il precedente: la patente ritirata per protesta
Blengino non è nuovo a forme di protesta provocatorie. Lo scorso inverno aveva scelto di farsi ritirare la patente in segno di protesta contro il cosiddetto “Codice Salvini” e la sua stretta sui consumatori di cann*bis, accusando il ministro delle Infrastrutture di criminalizzare i giovani.
Oggi, con questa nuova azione, alza il tiro: “Voglio farmi arrestare per dimostrare che questa norma è incostituzionale”, ha ribadito più volte.
Il CBD equiparato alla dr*ga pesante
Il punto contestato è la parificazione tra cann*bis light e sostanze stupef4centi contenuta nel decreto, nonostante l’assenza di effetti psicotropi nel CBD. Una decisione che, secondo i Radicali, rappresenta una scelta ideologica e proibizionista, dannosa sul piano economico e giuridico.
“Ora mi portino in tribunale. Non ho paura. Lo faccio per chi lavorava onestamente in questo settore e oggi rischia la galera per colpa di una legge senza senso”, ha concluso Blengino.