Era nascosto da anni, protetto da una rete silenziosa e da un rifugio costruito per sparire. La sua latitanza si è conclusa all’alba nel quartiere Barra di Napoli, dove i carabinieri hanno arrestato Ciro Andolfi, classe 1976, uno dei latitanti più pericolosi ricercati in Italia.
L’uomo era irreperibile dal 2022 ed era destinatario di un ordine di carcerazione definitivo per una pena residua di oltre otto anni di reclusione. Il suo nome figurava nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno.
Il blitz dei carabinieri a Barra
L’arresto è avvenuto al termine di una lunga e complessa attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. All’operazione hanno partecipato i militari del Nucleo Investigativo e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli, supportati da assetti specializzati.
Il blitz è scattato all’interno di un appartamento sottoposto a perquisizione, nel cuore del quartiere Barra. Proprio lì, all’interno di un nascondiglio in muratura ricavato tra le pareti dell’abitazione, Andolfi è stato individuato e bloccato senza possibilità di fuga.
Un rifugio costruito per sparire
Secondo quanto emerso, il latitante viveva nascosto in uno spazio appositamente realizzato per eludere i controlli. Un nascondiglio studiato nei dettagli, pensato per resistere a perquisizioni rapide e controlli ordinari, segno di una latitanza organizzata e supportata.
La scoperta del rifugio è arrivata grazie a un lavoro investigativo minuzioso, basato su riscontri, osservazioni prolungate e analisi dei movimenti nel territorio.
I reati e il contesto criminale
Ciro Andolfi deve scontare una pena residua di 8 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione per reati gravissimi: associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso e corruzione.



















