mercoledì, Giugno 4

Cacciari: “Se Putin e Trump litigano, l’Europa sparisce. Ecco perché”

Il punto di partenza, secondo lui, è la realtà sul campo: “La Crimea non si discute. È russa e lo sarà per sempre. Per le altre regioni, bisognerebbe ripartire dagli accordi di Minsk, che non sono falliti per colpa della Russia ma perché Kiev non ha mai concesso vera autonomia alle aree russofone”.

Il filosofo sottolinea l’incoerenza dell’Occidente: “Abbiamo accettato il referendum in Kosovo, sottraendolo alla Serbia, e ora neghiamo lo stesso principio in Crimea e nel Donbass. Perché? Non esiste più il diritto internazionale. Vige la legge del più forte”.

Ipocrisia occidentale e due pesi e due misure

La denuncia di Cacciari va oltre il conflitto russo-ucraino: “È lo stesso schema visto in Iraq, in Kosovo, altrove”. Secondo lui, l’Europa è complice di una narrativa ipocrita: “Ci riempiamo la bocca di libertà e autodeterminazione, ma poi bombardiamo Belgrado per sottrarre il Kosovo alla Serbia e non riconosciamo i referendum nel Donbass.”

Il parallelismo finale è eloquente: “È come se, nel dopoguerra, si fosse fatto un referendum in Alto Adige per l’unificazione con l’Austria e l’Italia non ne avesse accettato l’esito. Siamo al ridicolo”.

Una riflessione amara sul futuro europeo

Cacciari conclude con un appello alla lucidità: “Se non ci sarà la Terza Guerra Mondiale, ci sarà comunque l’occupazione russa del Donbass”. E aggiunge: “La colpa non è solo di Putin, ma anche nostra. Il caos lo abbiamo contribuito a creare noi”.

Un’analisi che, al di là delle simpatie politiche, invita a ripensare le fondamenta stesse della politica estera occidentale. In un’epoca in cui la propaganda domina, la voce dissonante di Cacciari suona come un richiamo alla realtà, per quanto scomoda e impopolare.

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