Il legale di Sempio, Massimo Lovati, ha dichiarato: «Il concorso in omicidio è solo un pretesto per riaprire l’inchiesta e accusare il mio assistito. È una lotta impari, ma non ci tireremo indietro. Siamo come Don Chisciotte contro i mulini a vento».
Spazzatura e fascette: cosa si cercherà
I tecnici cominceranno dai verbali di custodia dei reperti, per verificare le modalità di conservazione e l’eventuale rischio di contaminazione. Si deciderà poi se iniziare dall’analisi delle fascette con impronte (come la numero 10, individuata nella porta d’ingresso) o dal materiale trovato nella spazzatura, che potrebbe contenere tracce fondamentali. In tal caso, gli esami si svolgeranno presso i laboratori del Fatebenefratelli.
L’intonaco e l’impronta scomparsa
È invece sfumata l’ipotesi di analizzare l’intonaco con la manata che Sempio – assiduo frequentatore della villetta – avrebbe lasciato sul muro delle scale dove fu trovata Chiara. Il reperto risulta introvabile, e la sua sparizione rischia di sollevare ulteriori polemiche.
Secondo la Procura di Pavia, il caso Garlasco è da riscrivere. Il cuore dell’indagine è l’ipotesi che Stasi non abbia agito da solo o che, forse, sia innocente. Per far luce sulla verità, serviranno prove solide: ecco perché l’incidente probatorio è visto come una vera e propria “battaglia scientifica”.
Un altro elemento al centro del dibattito sarà la cosiddetta “impronta 33”, recentemente rivalutata ma resa fragile dal deterioramento dell’intonaco su cui era presente.
La prossima settimana potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione giudiziaria per uno dei casi più discussi della cronaca italiana. Garlasco torna al centro del dibattito: stavolta, con la scienza a fare da arbitro.