Le tensioni internazionali riaccendono il tema della leva militare
Roma, 6 ottobre 2025
– Le crescenti tensioni internazionali, dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente alle dichiarazioni dei leader mondiali, riaccendono in Italia il dibattito sul possibile ripristino della leva militare obbligatoria. Anche se sospesa dal 2005, la legge italiana prevede che, in caso di guerra o grave crisi internazionale, il reclutamento possa tornare in vigore. Ma quanto è realistico oggi uno scenario di “chiamata alle armi”?
Cosa prevede la Costituzione italiana
L’articolo 11 della Costituzione stabilisce che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa”, ma consente la difesa armata del Paese. L’articolo 78 specifica che, in caso di minaccia esterna, il Parlamento può deliberare lo stato di guerra e conferire al Governo i poteri necessari. In pratica, l’Italia può entrare in guerra solo per difendersi o su deliberazione delle Camere.
Italia e NATO: l’impegno collettivo
In un contesto globalizzato, l’Italia non agisce isolatamente. L’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico (NATO) prevede che un attacco a uno Stato membro sia considerato un attacco a tutti. Ciò implica che, se uno dei membri viene colpito, anche l’Italia è tenuta a partecipare alla difesa comune, potenzialmente anche con l’uso della forza armata.
Quando può tornare la leva militare obbligatoria
La leva militare è sospesa dal 1° gennaio 2005 per i nati dopo il 1986, ma non abolita. L’articolo 52 della Costituzione definisce la difesa della Patria come “sacro dovere del cittadino”, consentendo quindi la riattivazione della leva con decreto del Presidente della Repubblica in caso di guerra o crisi nazionale.
Chi verrebbe chiamato per primo
In caso di mobilitazione, verrebbero richiamati in ordine:
- I militari professionisti attualmente in servizio (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza).
- Gli ex militari congedati da meno di cinque anni.
- I civili iscritti alle liste di leva, in ultima istanza.
Le liste comprendono i cittadini maschi dai 17 ai 45 anni. In situazioni eccezionali, anche le donne potrebbero essere arruolate, come previsto dal Codice Militare.
Visite mediche, idoneità ed esenzioni
Chi viene chiamato deve sottoporsi a una visita medica obbligatoria per valutare l’idoneità al servizio. I risultati possibili sono tre:
- Idoneo: arruolabile immediatamente.
- Rivedibile: temporaneamente inabile, da sottoporre a nuove visite.
- Riformato: inidoneo permanente per motivi di salute.
Le esenzioni sono previste per gravi motivi medici, familiari o – nel caso delle donne – gravidanza. Tuttavia, in stato di guerra, molte deroghe possono essere sospese.
Si può rifiutare la chiamata alle armi?
No. L’articolo 52 della Costituzione rende obbligatoria la difesa della Patria. Il rifiuto è considerato reato penale. L’unico modo per evitarla è risultare inidonei alla visita medica. Anche gli ex militari congedati da meno di cinque anni devono rispondere al richiamo.
Le liste di leva nei Comuni italiani
Ogni anno, i Comuni pubblicano le liste di leva, contenenti i nomi dei cittadini che compiono 17 anni. Sebbene la leva sia sospesa, l’iscrizione automatica serve a mantenere attivo il sistema in caso di mobilitazione. Gli elenchi sono consultabili negli Albi Pretori online dei singoli Comuni.
Scenario attuale: il rischio resta basso
Nonostante la tensione internazionale e le recenti dichiarazioni di Putin, Trump e Mark Rutte della NATO, non ci sono segnali concreti di un imminente coinvolgimento dell’Italia in conflitti. Gli esperti militari ritengono la probabilità di una chiamata alle armi “bassa ma non nulla”, soprattutto in caso di attacco diretto a uno Stato membro dell’Alleanza Atlantica.