venerdì, Ottobre 3

Flotilla accerchiata dalle navi israeliane: “Sistemi di comunicazione paralizzati per 6 minuti”

La notte di tensione in mare aperto

La Global Sumud Flotilla ha vissuto ore di massima tensione nel cuore della notte mentre proseguiva la navigazione verso Gaza. Intorno alle 9.15 del mattino è arrivata la notizia più allarmante: una nave militare israeliana ha accerchiato per circa sei minuti la barca di testa della spedizione, disattivandone temporaneamente i sistemi di comunicazione. «Siamo stati paralizzati, poi se ne sono andati. Ora ci dirigiamo verso Gaza», ha raccontato in un video un attivista tedesco a bordo.

Avvistamenti e manovre sospette

Poco prima, la nave Sirius, che ha preso il posto dell’Alma come aprifila, aveva segnalato l’avvistamento di un sommergibile israeliano in immersione lungo la rotta. Altri attivisti hanno denunciato la presenza di imbarcazioni non identificate che, con le luci spente, si sono avvicinate pericolosamente nella notte. La portavoce italiana Maria Elena Delia ha spiegato che sono stati applicati i protocolli di sicurezza in vista di un possibile abbordaggio. Dopo mezz’ora le navi si sono allontanate, ma la tensione resta altissima.

La testimonianza di Benedetta Scuderi

L’eurodeputata Benedetta Scuderi, a bordo di una delle imbarcazioni, ha diffuso un video messaggio: «Abbiamo visto l’esercito israeliano che sta arrivando, ci stiamo mettendo in posizione. Non sappiamo se e quando potremo riaprire le comunicazioni, ma siamo pronti».

I droni e gli avvisi della Marina italiana

La notte era già stata segnata dall’intensificarsi dei sorvoli dei droni israeliani, che hanno compiuto passaggi radenti sulle barche della Flotilla. La fregata Alpino della Marina Militare italiana ha emesso il secondo e ultimo avviso ufficiale, confermando che non oltrepasserà il limite delle 150 miglia nautiche da Gaza. Resterà pronta solo a fornire assistenza in caso di emergenza o per accogliere chi decidesse di abbandonare la missione.

L’appello della politica italiana

Dalla politica sono arrivati appelli alla prudenza. La premier Giorgia Meloni ha chiesto alla Flotilla di fermarsi: «Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace e alimentare il conflitto». Anche Giuseppe Conte, leader del M5S, ha invitato a «non mettere a rischio l’incolumità delle persone a bordo», pur ribadendo l’illegittimità del blocco navale israeliano.

L’Italia in piazza per la Flotilla

Intanto in Italia la solidarietà cresce. A Roma, davanti alla stazione Termini, centinaia di persone hanno partecipato a una veglia notturna, in collegamento diretto con le imbarcazioni. Cgil e Usb hanno annunciato uno sciopero generale in caso di attacco, mentre giuristi internazionali ribadiscono: «È il blocco navale israeliano a violare il diritto internazionale, non la Flotilla».

Il rischio di scontro

Secondo fonti militari, la Marina israeliana si starebbe preparando a fermare le oltre 50 imbarcazioni, con l’impiego anche dell’unità speciale Shayetet 13. Possibili scenari includono il rimorchio verso Ashdod o, in casi estremi, l’affondamento delle barche. La Global Sumud Flotilla, però, continua a tirare dritto: «Ogni miglio che percorriamo è un segnale di resistenza».

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