sabato, Aprile 19

“Come una cameriera”. Attacco durissimo a Giorgia Meloni

 

I commentatori favorevoli alla premier hanno parlato di un’Italia tornata protagonista nello scacchiere internazionale, elogiando Meloni per aver saputo gestire con autorevolezza un colloquio di tale portata.

Le accuse dell’opposizione: “Incontro privo di contenuti concreti”

Diversa, e decisamente più critica, la narrazione proposta dalle forze di opposizione. In particolare, la sinistra ha posto l’accento sull’assenza di risultati tangibili emersi dal colloquio tra Meloni e Trump. Secondo i detrattori, l’incontro sarebbe stato più simbolico che operativo, privo di contenuti concreti sui dossier centrali che riguardano i rapporti tra Italia e Stati Uniti.

Tra i temi che, secondo l’opposizione, sarebbero stati completamente ignorati figurano i dazi commerciali, il problema del gas naturale liquefatto (GNL) americano – costoso e impattante dal punto di vista ambientale – e la questione dell’aumento delle spese militari.

Fratoianni all’attacco: “Sembrava la cameriera di Trump”

Il commento che ha maggiormente infiammato la polemica è stato quello di Nicola Fratoianni. In un’intervista senza giri di parole, il leader di AVS ha dichiarato:

“Mi è sembrato che Giorgia Meloni non si sia comportata come la presidente del Consiglio di una nazione sovrana, ma piuttosto come una cameriera durante un pranzo privato con Trump”.

Una dichiarazione pesantissima, che ha immediatamente scatenato la reazione del centrodestra, indignato per il tono e il contenuto delle parole usate. Fratoianni ha rincarato la dose sottolineando come l’incontro sembri uscito dalla sceneggiatura di una serie televisiva di basso livello, evidenziando l’impostazione quasi servile tenuta, a suo dire, dalla premier italiana.

Promesse miliardarie e scelte contestate

Ma le critiche non si sono fermate alla forma. Il leader di AVS ha contestato aspramente anche la sostanza delle proposte portate avanti da Meloni. Secondo Fratoianni, la presidente del Consiglio si sarebbe presentata al meeting con una serie di promesse che avrebbero poco a che vedere con gli interessi del popolo italiano.

Tra queste, un impegno per aumentare drasticamente le spese militari fino a raggiungere (e forse superare) il 2% del PIL, una decisione che comporterebbe enormi costi per il bilancio nazionale. Inoltre, sono stati annunciati nuovi acquisti di GNL dagli Stati Uniti, una mossa che, secondo l’opposizione, andrebbe ad aggravare il peso delle bollette per famiglie e imprese italiane.

Altro punto molto discusso è l’intenzione di rafforzare la cooperazione sul nucleare, un tema controverso da anni in Italia, e un investimento promesso di 10 miliardi di euro in progetti sul suolo statunitense. Fratoianni si è detto sconcertato da questa decisione, sottolineando come nel nostro Paese gli investimenti pubblici siano sempre più scarsi, soprattutto in settori chiave come sanità, istruzione e trasporti.

“Trump detta le regole, l’Italia obbedisce”

A chiusura del suo duro intervento, Fratoianni ha voluto sottolineare l’asimmetria evidente del rapporto emerso durante l’incontro:

“Ma quel che è peggio è che Trump ha già chiarito che il 2% del PiL italiano in armi promesso da Meloni non è sufficiente. E lo ha fatto – ha chiuso Fratoianni – con il sorriso sicuro di chi sa che continuerà ad ottenere quel che vuole. Male male”.

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