L’edizione 2025 del Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni si chiude con una polemica accesa attorno all’esibizione dei Patagarri, band milanese emersa da X Factor. Durante il loro intervento sul palco, il gruppo ha intonato lo slogan “Free Palestine”, invitando il pubblico a ripeterlo. La frase è stata accompagnata da una melodia simile a Hava Nagila, celebre brano della tradizione ebraica.
La contestazione: “Una melodia sacra strumentalizzata”
A criticare duramente l’esibizione è stata la comunità ebraica di Roma, che ha parlato di “appropriazione inaccettabile” e “messaggio ambiguo”. Victor Fadlun, presidente della comunità, ha dichiarato: «Appropriarsi della nostra cultura per invocare la nostra distruzione è ignobile. Ascoltare una canzone ebraica in un evento così visibile, modificata per lanciare slogan politici, è doloroso e offensivo».
La posizione dei Patagarri
Il gruppo, composto da giovani tra i 20 e i 31 anni, ha spiegato la propria scelta: «Hava Nagila è legata alle prime comunità ebraiche in Palestina. Suonarla oggi senza dire nulla sarebbe stato ipocrita. Il nostro messaggio è chiaro: Palestina libera». I musicisti hanno chiarito che l’intenzione era comunicare un messaggio di autodeterminazione, non di provocazione.
La reazione politica e mediatica
David Parenzo
, giornalista e conduttore, ha definito l’esibizione «raccapricciante»: «Prendere una canzone ebraica e modificarla per fini ideologici è una scelta che genera disagio. Rivendico il diritto di esprimere disaccordo, pur riconoscendo la loro libertà artistica».
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha parlato di «gesto divisivo»: «Un evento dedicato al lavoro si è trasformato in uno spazio per messaggi unilaterali che ignorano il contesto del conflitto mediorientale e il dramma degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas».
Il dibattito pubblico: libertà d’espressione o provocazione?
L’episodio ha riacceso il confronto tra libertà artistica e sensibilità religiosa. Se da un lato c’è chi difende la libertà dei Patagarri di esprimere opinioni politiche, dall’altro molte voci chiedono maggiore attenzione nel contesto di eventi pubblici finanziati con fondi statali.
Sui social il dibattito si è acceso immediatamente: tra chi accusa i musicisti di propaganda e chi li difende come portatori di un messaggio universale. Alcuni utenti hanno criticato l’organizzazione: «Concerto del lavoro o comizio politico?». Altri invece hanno elogiato il coraggio della band: «Hanno usato la musica per stimolare il pensiero critico».
Chi sono i Patagarri
I Patagarri sono una formazione jazz-swing composta da Francesco Parazzoli (voce e tromba), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sax) e Arturo Monico (trombone e percussioni). La loro notorietà è cresciuta con la partecipazione a X Factor nella squadra di Achille Lauro.
L’intervento dei Patagarri ha sollevato un caso che va oltre la musica. In un’epoca in cui ogni gesto pubblico può avere una risonanza globale, il confine tra espressione artistica e sensibilità culturale diventa sempre più sottile. E il Concertone del Primo Maggio, ancora una volta, si conferma non solo un evento musicale, ma un palcoscenico dove si riflettono le tensioni e le sfide della società contemporanea.