martedì, Aprile 29

Conclave, un nome sta avanzando su tutti: “Ha già fatto un miracolo”

Conclave, un nome sta avanzando su tutti: “Ha già fatto un miracolo”

Nel panorama complesso e a tratti imprevedibile della Chiesa cattolica, ogni Conclave porta con sé un carico di attese, speculazioni e speranze. In vista della successione a Papa Francesco, un nome torna silenziosamente a circolare con insistenza tra le mura vaticane: quello del cardinale Giuseppe Betori. Nonostante non sia tra i favoriti principali secondo le previsioni del cosiddetto “toto papa”, Betori rappresenta una figura che potrebbe rivelarsi centrale nel momento in cui i cardinali cercheranno un ponte tra le diverse anime della Chiesa.

Un attentato sfiorato e il segno che ha fatto riflettere molti fedeli

Uno degli episodi più misteriosi e discussi della sua vita si è verificato il 4 novembre 2013. In quel giorno apparentemente ordinario, Betori – all’epoca arcivescovo di Firenze – fu vittima di un attentato. Un uomo armato sparò al suo collaboratore, ferendolo gravemente, e poi puntò l’arma alla nuca dello stesso cardinale, pronto a fare fuoco. Tuttavia, in quello che molti hanno interpretato come un miracolo, la pistola si inceppò proprio nel momento decisivo. Questo imprevisto permise alle forze dell’ordine di intervenire in tempo e mettere in salvo il prelato. L’episodio suscitò un forte impatto emotivo tra i fedeli e alimentò l’idea che Betori fosse protetto da una sorta di intervento divino.

Oggi, a distanza di anni, quell’incidente ritorna nei discorsi di chi cerca di leggere segni premonitori nei percorsi degli uomini di Chiesa. Ed è proprio questo dettaglio che inizia a far guardare con attenzione a Betori anche in chiave Conclave.

Un cardinale conservatore, ma senza eccessi

Classe 1947, nato a Foligno, Giuseppe Betori è considerato un cardinale conservatore, ma senza la rigidità estrema che caratterizza altri membri del Sacro Collegio. Non è un rivoluzionario, ma neppure un nostalgico intransigente. La sua posizione si colloca in una zona di equilibrio: fedele alla tradizione, ma aperto al dialogo e al confronto con le sfide del presente.

Questo posizionamento “mediano” potrebbe giocare a suo favore, soprattutto se il prossimo Conclave dovesse assumere un carattere polarizzato tra fazioni progressiste e tradizionaliste. In tal senso, Betori potrebbe rappresentare una figura di sintesi o di transizione, capace di garantire stabilità in una fase di passaggio.

Una lunga carriera al servizio della Chiesa

Il percorso ecclesiastico di Betori è ricco di esperienze significative. Ordinato sacerdote nel 1970, ha studiato presso la Pontificia Università Gregoriana e il Pontificio Istituto Biblico, specializzandosi in Sacra Scrittura. È stato docente di esegesi del Nuovo Testamento, con una particolare attenzione agli scritti di San Luca e all’interpretazione dei testi sacri.

Nel corso degli anni ha rivestito ruoli chiave all’interno della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Prima come direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, poi come sottosegretario e infine, nel 2001, come segretario generale della CEI, su nomina di Giovanni Paolo II. Questa esperienza lo ha messo in contatto diretto con le dinamiche più profonde della Chiesa italiana e della Curia romana, consolidando la sua reputazione di uomo di struttura e di equilibrio.

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