Conte accusa il governo di “isolamento internazionale” e di perseguire “trattative sottobanco” con gli Stati Uniti, sostenendo che “questa furbizia fa male a noi e all’Europa”.
“Non rida, prenda appunti”
Nel momento più acceso del dibattito, Conte si rivolge direttamente alla premier, che lo ascolta seduta tra i ministri: “Meloni, non rida, prenda appunti. Si vanta di tre anni di governo, ma di cosa si vanta? Del crollo della produzione industriale? Del -9% dei salari reali? Dei sei milioni di precari che non arrivano a fine mese? O del record di povertà assoluta?”
Applausi dai banchi del M5s, mentre Meloni annota qualcosa sul taccuino. Conte rincara: “Ci ha rimproverati di non essere al suo fianco sui salari, ma ha le traveggole? Le abbiamo portato noi la proposta sul salario minimo. Smetta di prendere in giro gli italiani”.
Il “libro delle tasse” e la risposta ironica di Meloni
Infine, lo show finale. Conte estrae un libretto e lo mostra verso i banchi del governo: “Questo è il libro delle tasse del governo Meloni: tre anni di record fiscali e tagli ai cittadini”. Poi aggiunge: “Non rida, perché ogni risata sua è una famiglia che al supermercato non può più mettere nulla nel carrello”.
A quel punto, Meloni sorride e risponde con tono ironico: “Me lo dia, me lo dia il libro”. Un commento che suscita mormorii e qualche risata in Aula. La premier allunga la mano verso Conte e poi scambia uno sguardo divertito con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Rida pure”, replica l’ex premier, “ma la verità è che il Paese sta ridendo di voi”.
Il clima politico resta incandescente
La seduta si conclude tra applausi, fischi e sguardi taglienti. Lo scontro Conte–Meloni, già acceso durante la campagna elettorale, si conferma uno dei duelli politici più feroci della legislatura. E con l’avvicinarsi del Consiglio Ue, il clima tra governo e opposizione sembra destinato a infiammarsi ancora.