Nel frattempo, si è aperta anche una pista del tutto nuova: alcuni oggetti metallici, tra cui un martello, sono stati rinvenuti in un canale nei pressi di Tromello. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla testimonianza di una persona che ha riferito di aver saputo che Stefania Cappa, cugina della vittima, quel giorno avrebbe gettato qualcosa nel canale.
Le cosiddette gemelle K, come sono state ribattezzate dai media, pur non risultando indagate, sono diventate figure chiave in questa nuova fase investigativa. Il martello, indicato come possibile arma del delitto, verrà ora analizzato per valutare se sia compatibile con le ferite riportate da Chiara Poggi.
La questione dell’arma del delitto: un mistero ancora irrisolto
L’identificazione dell’arma del delitto è uno dei grandi punti oscuri del caso Garlasco. Sin dall’inizio, il padre di Chiara aveva parlato di un martello a “coda di rondine” scomparso da casa, ma questo oggetto non è mai stato ritrovato né confermato ufficialmente come arma del crimine.
Se i nuovi reperti metallici dovessero risultare compatibili con le ferite della vittima, ciò potrebbe capovolgere completamente lo scenario investigativo. Tuttavia, gli inquirenti restano cauti, definendo la pista del martello “una suggestione” che, pur non essendo esclusa, necessita di approfondite verifiche tecniche.
Un testimone riemerge: nuove dichiarazioni su Tromello
Un altro elemento interessante riguarda un testimone che ha deciso di tornare a parlare dopo anni di silenzio. Quest’uomo sostiene di essere stato a conoscenza della presenza delle gemelle a Tromello già nel 2007, ma di essere stato “consigliato” di non raccontare nulla. La sua testimonianza risale all’epoca dei fatti, ma solo oggi, grazie anche a una trasmissione televisiva, sta ricevendo attenzione da parte delle forze dell’ordine.
Le autorità stanno ora valutando la credibilità di questa nuova versione, che potrebbe aggiungere un ulteriore tassello a un puzzle investigativo rimasto incompleto per quasi due decenni.