Quello che doveva essere uno dei rarissimi disegni di legge bipartisan di questa legislatura si è trasformato in un nuovo terreno di scontro politico. Il ddl sul consenso esplicito nella violenza sessuale, approvato all’unanimità alla Camera con il sostegno pubblico sia di Giorgia Meloni sia di Elly Schlein, si è improvvisamente arenato al Senato.
La frenata improvvisa: la maggioranza chiede nuovi approfondimenti
In Commissione Giustizia di Palazzo Madama, la Lega ha chiesto ulteriori verifiche sul testo, subito sostenuta da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Le tre forze di governo hanno domandato un ciclo di audizioni tecniche prima del voto finale.

Una scelta che ha fatto infuriare l’opposizione, soprattutto per i tempi: le minoranze avevano chiesto che il ddl arrivasse direttamente in Aula nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Una posizione sostenuta anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Opposizioni fuori dalla Commissione: “Voltafaccia gravissimo”
Dure le reazioni del centrosinistra e delle altre forze di opposizione: «La destra straccia l’accordo sul consenso», accusano i senatori Pd.
«Un voltafaccia inspiegabile: a pagarne il prezzo saranno le donne», dichiara la relatrice Michela Di Biase. Critico anche Ivan Scalfarotto (Italia Viva): «Stringersi la mano con questa destra non vale niente». Secondo la dem Valeria Valente, la richiesta di approfondimenti sarebbe «puramente pretestuosa».
Dopo la decisione della maggioranza, Pd, M5S, Avs e Italia Viva hanno lasciato i lavori della Commissione e chiesto a Montecitorio una sospensiva del ddl, richiesta poi respinta dall’Aula.
Bongiorno prova a frenare le polemiche: “Non lo affossiamo”

A cercare di calmare le acque è intervenuta Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia e senatrice della Lega: «Si vuole andare avanti con questo disegno di legge. Non lo affossiamo. Faremo solo piccoli miglioramenti».
Bongiorno ha confermato che verrà avviato un ciclo di audizioni “mirato e breve” su alcuni aspetti tecnici del testo.
Un ddl bipartisan che si complica nel giorno più simbolico
Il ddl sul consenso, nato come un testo condiviso tra tutte le forze politiche, si ritrova ora al centro di un clima incandescente. La frenata arriva proprio nel giorno dedicato alla lotta alla violenza sulle donne, rendendo la scelta della maggioranza ancora più controversa.
L’esito delle nuove audizioni determinerà il futuro del provvedimento, che resta formalmente vivo, ma politicamente più fragile.

















