Giorgio Armani è morto: addio al re della moda internazionale, aveva 91 anni
Il mondo della moda e della cultura italiana piange la scomparsa di Giorgio Armani, uno degli stilisti più iconici e influenti di sempre. Il celebre designer si è spento all’età di 91 anni, lasciando dietro di sé un’eredità immensa che ha rivoluzionato il concetto stesso di eleganza. La notizia della morte è stata confermata dal gruppo Armani, che in un comunicato ha espresso il cordoglio per la perdita del suo fondatore, definito “instancabile motore e ideatore” della maison.
Armani è deceduto serenamente, circondato dai suoi affetti più cari, dopo una vita interamente dedicata al lavoro, alle collezioni e ai progetti che hanno reso il suo nome un marchio riconosciuto in ogni angolo del pianeta.
Un simbolo di stile oltre la moda
Per milioni di persone Giorgio Armani non era solo uno stilista, ma il volto stesso dell’eleganza italiana. La sua immagine era entrata nell’immaginario collettivo: abbronzato, sempre sorridente, vestito con la sua inconfondibile divisa fatta di maglietta scura, pantaloni blu e sneakers bianche o scarpe stringate. Ogni sfilata si concludeva con lui che salutava il pubblico, simbolo di sobrietà e raffinatezza.
Armani è stato protagonista anche della vita mondana di Milano, con il celebre locale Armani Privé, le feste esclusive e i suoi yacht imponenti. Ha firmato divise sportive per la nazionale italiana di calcio e per gli atleti olimpici, scatenando a volte discussioni e polemiche, ma sempre imponendo il suo stile inconfondibile. In Italia, nei momenti solenni, era difficile non vedere capi firmati Armani indossati da calciatori, presentatori televisivi, politici e capi di stato.
La rivoluzione della moda maschile
Negli anni Ottanta Giorgio Armani cambiò radicalmente il modo in cui gli uomini si vestivano. Fino a quel momento l’abito maschile era sinonimo di rigidità e formalità. Lui lo trasformò in qualcosa di più fluido, morbido e naturale, grazie alle giacche destrutturate e sfoderate che divennero la sua firma. Era una vera seconda pelle che valorizzava il corpo invece di nasconderlo.
Il successo internazionale arrivò anche grazie al cinema. Nel 1980, Richard Gere indossò quasi esclusivamente completi Armani nel film American Gigolo, consacrando lo stilista sul mercato americano e poi mondiale. Da quel momento, Armani divenne l’emblema del nuovo uomo: elegante, sicuro di sé, ma anche rilassato e moderno.
Un contributo fondamentale anche per la moda femminile
Armani non si limitò alla moda maschile. Negli anni introdusse per le donne i celebri tailleur giacca-pantalone, capi dal taglio rigoroso e dal gusto androgino, che ribaltavano i tradizionali ruoli di genere. Le sue collezioni femminili hanno dato potere e autorevolezza alle donne, senza rinunciare alla raffinatezza.
La sua tavolozza cromatica prediletta includeva colori neutri e sofisticati: grigio, beige, il celebre “greige” (fusione di grigio e beige da lui stesso coniata) e il blu notte, tonalità diventate marchi di fabbrica del suo stile.
Le origini e i primi passi nel mondo della moda
Giorgio Armani nacque a Piacenza l’11 luglio 1934. Dopo l’infanzia, nel 1949 si trasferì a Milano con la famiglia. Inizialmente intraprese gli studi di Medicina presso l’Università Statale, ma abbandonò il percorso nel 1953 per dedicarsi al servizio militare in un ospedale di Verona.