mercoledì, Luglio 30

Massimo Ghini: “La sinistra è ipocrita, la mia forza è il pubblico”, la frecciata al PD

Massimo Ghini, oggi protagonista del nuovo film di Pupi Avati Nel tepore del ballo, si racconta in un’intervista senza filtri: i suoi inizi in teatro, il rapporto conflittuale con una parte del cinema italiano, l’impegno politico e persino un episodio surreale con Sean Penn. Parole che riaccendono il dibattito sul ruolo degli attori “popolari” e sulle ipocrisie del mondo culturale.

«Ho girato 121 film e mai vinto un David»

Attore versatile e volto familiare al grande pubblico, Ghini non nasconde una certa amarezza per come è stato trattato da parte della critica: «Sì, marginalizzato da un certo cinema, ci convivo da tutta la vita. Se fosse dipeso da alcuni critici e da certi autori vivrei sotto un ponte. Ho girato 121 film e non ho mai vinto un David di Donatello, ho avuto una sola candidatura da adulto per Muccino e non ho vinto». Ma aggiunge: «La mia forza, e so che per i 100 Autori è una bestemmia, è il pubblico».

Dai grandi maestri al cinepanettone

Gli inizi sono stati in teatro, con nomi come Gassmann e Strehler, ma Ghini non si è mai tirato indietro davanti a ruoli più leggeri, compresi i cinepanettoni: «Senza fare paragoni, ma se De Niro fa Taxi Driver e poi in una commedia si fa una puntura sul pene non c’è problema. Se lo faccio io finisce il mondo».

L’aneddoto con Sean Penn: «Finimmo in commissariato»

Nell’intervista rilasciata a Fanpage, Ghini ricorda anche un episodio quasi grottesco: «Nel 1998 giravamo a Firenze “Una notte per decidere”. Una sera al ristorante sbucarono i paparazzi. Sean inveì, io andai a parlare ma quelli tornarono, scoppiò una rissa. La polizia ci portò al commissariato. Al comandante dissi che era il marito di Madonna, ma peggiorai la situazione».

«La sinistra è ipocrita»: l’attacco

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.