«Emilio Fede era un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo: professionalmente era bravissimo, ma il suo brutto carattere non mi impediva di stimarlo meno». Feltri ha ricordato in particolare la prima Guerra del Golfo: «Fu lui il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l’avevano. Come giornalista era sensazionale».
Le parole di Paolo Brosio
Paolo Brosio
, che per anni è stato inviato del Tg4, ha ricordato il suo direttore in diretta su RaiNews24: «Lui mi sgridava, urlava, ma io andavo in onda più di tutti e prendevo più cazziatoni degli altri. Insisteva su di me perché tornavo sempre con le notizie e le immagini giuste. Era un rapporto di amore-odio. La sua umanità era un po’ bloccata dalle urla, ma poi ti abbracciava e si faceva pace».
Un addio che segna un’epoca
La scomparsa di Emilio Fede chiude un capitolo importante del giornalismo televisivo italiano. Figura controversa e discussa, ha diretto il Tg1, fondato Studio Aperto e legato indissolubilmente il suo nome al Tg4, che guidò per vent’anni. I ricordi di Vespa, Feltri e Brosio restituiscono l’immagine di un uomo complesso: geniale, ma con un carattere difficile.