Questo dettaglio, unito al tempo intercorso tra il presunto omicidio e il momento in cui l’auto di Samson – una Ford Puma – viene ripresa da una fototrappola alle 18:35 del 26 marzo, ha portato gli investigatori a ritenere che il corpo sia stato nascosto per quasi un’intera giornata nell’abitazione, mentre veniva messo in atto un tentativo organizzato di ripulire la scena del crimine.
Inoltre, la presenza del sangue sulla maniglia interna della portiera sinistra della vettura fa supporre che il corpo sia stato caricato lì dentro prima di essere trasportato e abbandonato.
Il ritrovamento del corpo a Capranica Prenestin
La fototrappola che ha immortalato la Ford Puma in movimento è stata installata per prevenire l’abbandono illecito di rifiuti, ma si è rivelata fondamentale per ricostruire gli spostamenti di Samson. È proprio grazie a questo dispositivo che si è potuto ipotizzare che il cadavere sia stato trasportato e abbandonato il 26 marzo stesso, forse in serata.
Il corpo di Ilaria Sula è stato ritrovato solamente diversi giorni dopo, tra l’1 e il 2 aprile, in una scarpata sul monte Guadagnolo, nel territorio montuoso di Capranica Prenestina, a circa un’ora da Roma. Una zona impervia, scelta probabilmente per ostacolare il ritrovamento del cadavere e rallentare le indagini.
Il ruolo della madre e altri possibili complici
La madre di Mark Samson ha già confessato di aver preso parte, almeno in parte, all’occultamento delle prove. Resta da chiarire quanto fosse coinvolta nelle fasi successive al delitto e se fosse presente al momento dell’omicidio. Gli inquirenti, tuttavia, non escludono che anche altre persone possano aver collaborato nel tentativo di nascondere quanto accaduto.
Si indaga infatti su eventuali complicità esterne, che potrebbero aver aiutato Mark Samson a ripulire l’appartamento, organizzare lo spostamento del corpo e persino elaborare una versione dei fatti da fornire agli inquirenti.