mercoledì, Ottobre 15

Italia-Israele, la FIFA valuta sanzioni per i fischi all’inno: cosa rischia la Nazionale

La netta vittoria dell’Italia contro Israele a Udine (3-0) ha chiuso positivamente il doppio confronto valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026, assicurando agli Azzurri la matematica qualificazione ai playoff di marzo. Tuttavia, la serata friulana potrebbe avere strascichi sul piano disciplinare: i fischi all’inno nazionale di Israele prima del calcio d’inizio potrebbero costare una sanzione alla Federazione italiana.

I fischi di Udine e la possibile indagine FIFA

Durante l’esecuzione dell’inno israeliano al Bluenergy Stadium, parte del pubblico ha coperto la musica con sonori fischi. Un episodio che non è sfuggito alle telecamere né agli osservatori FIFA presenti allo stadio, e che – secondo il Codice Disciplinare FIFA – potrebbe configurare una violazione dell’articolo 17, dedicato a “Ordine e sicurezza durante le partite”.

L’articolo stabilisce che “le federazioni sono responsabili dell’ordine e della sicurezza sia all’interno che nei pressi dello stadio prima, durante e dopo le partite”. Al paragrafo 2, lettera “g”, sono considerati punibili i comportamenti che causano “disturbi durante l’esecuzione degli inni nazionali”. La sanzione minima per un primo episodio di questo tipo è fissata in 5000 franchi svizzeri (circa 5370 euro).

I precedenti e i casi simili

Non sarebbe la prima volta che la FIFA interviene in situazioni analoghe. Nel 2021, la Scozia fu multata di oltre 9000 euro dopo i fischi dei tifosi all’inno di Israele prima di una gara di qualificazione a Glasgow. In quell’occasione, la federazione scozzese venne sanzionata anche per aver esposto una “bandiera inappropriata”, considerata di natura politica. Nel 2019, la federazione di Hong Kong fu multata di 16mila euro per i fischi rivolti all’inno cinese.

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