martedì, Luglio 22

Forte scossa di terremoto magnitudo 3.9

 

Forte scossa di terremoto magnitudo 3.9

Il sisma, con una magnitudo di 3.9 gradi della scala Richter secondo i dati preliminari dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), ha avuto il suo epicentro in territorio elvetico. Fortunatamente, non si segnalano al momento danni a persone o a strutture.

Terremoto tra Italia e Svizzera: cosa è successo oggi 21 luglio

Nel primo pomeriggio di oggi, precisamente alle ore 12:52, i sismografi dell’INGV hanno rilevato un evento sismico significativo nell’area alpina al confine tra il nord Italia e la Svizzera. Inizialmente, i rilevamenti sembravano indicare che l’epicentro fosse situato in Piemonte, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Tuttavia, successivi aggiornamenti e analisi più approfondite dei dati sismici hanno confermato che l’epicentro era in realtà più a nord, oltre le Alpi italiane, in territorio svizzero.

La scossa di terremoto ha avuto una magnitudo di 3.9 secondo l’INGV, ma i dati del Servizio Sismico Svizzero (SED), con sede all’ETH di Zurigo, indicano una magnitudo leggermente più alta, pari a 4.2 gradi della scala Richter. Queste variazioni sono comuni in fase di analisi, poiché i diversi istituti utilizzano strumenti e metodi di misurazione differenti.

Epicentro localizzato a Mürren, nel Canton Berna

Il Servizio Sismico Svizzero (SED) ha identificato con precisione l’epicentro del sisma nell’abitato di Mürren, una frazione del comune di Lauterbrunnen, nel Canton Berna. Si tratta di una nota località montana, situata in un’area turistica delle Alpi svizzere tra il Lago di Thun e il Lago di Brienz. L’epicentro è stato individuato alle coordinate geografiche 46.5257 di latitudine e 7.8648 di longitudine, a una profondità di circa sei chilometri.

Il sisma è stato avvertito in diverse zone

La scossa è stata largo avvertita dalla popolazione, in particolare nei territori elvetici circostanti, ma anche in alcune zone del Piemonte e della Lombardia settentrionale, sebbene con minore intensità. Secondo quanto riportato dai cittadini sui social e ai media locali, in diverse aree si sono percepiti chiaramente tremori e vibrazioni. Tuttavia, nessun comune italiano risulta compreso nel raggio dei 20 chilometri dall’epicentro, il che ha contribuito a limitare eventuali conseguenze per le persone e le infrastrutture.

Una zona considerata poco sismica

La regione alpina in cui si è verificato il sisma non è nota per una particolare attività sismica. Si tratta, infatti, di una zona a bassa pericolosità sismica, dove eventi di questo tipo sono piuttosto rari. La Svizzera centrale e l’area intorno a Lauterbrunnen non registrano frequentemente terremoti di questa intensità, rendendo l’evento odierno una circostanza eccezionale.

Secondo il SED, terremoti di magnitudo superiore a 4.0 si verificano in media circa una volta ogni 3-4 anni sul territorio svizzero. Questo spiega anche la notevole attenzione mediatica e scientifica che l’evento ha suscitato.

Danni e conseguenze: al momento nessuna criticità

Fortunatamente, sia le autorità italiane che quelle svizzere hanno confermato che non si sono verificati danni a cose o persone. I vigili del fuoco e le autorità locali hanno ricevuto alcune chiamate da cittadini allarmati, ma non è stato necessario attivare interventi di emergenza. La Protezione Civile italiana ha monitorato l’evento in tempo reale e ha escluso l’attivazione di ulteriori protocolli di sicurezza.

Anche in Svizzera, i servizi di protezione e i soccorsi sono stati prontamente allertati, ma non sono emerse situazioni di pericolo. L’evento sismico, sebbene percepito in modo chiaro da molti residenti e turisti, non ha provocato alcuna interruzione dei servizi pubblici o dei trasporti.

Differenze tra i dati INGV e SED: perché accade

È interessante notare come spesso i dati relativi alla magnitudo di un terremoto possano variare leggermente a seconda delle fonti. L’INGV ha registrato una magnitudo di 3.9, mentre il Servizio Sismico Svizzero ha parlato di 4.2. Questa differenza può essere spiegata da vari fattori tecnici, come il metodo di calcolo, la rete di sismografi utilizzata e il sistema di riferimento geografico. Entrambi i valori sono comunque compatibili e rientrano nella fascia di sismi considerati moderati ma non distruttivi.

Terremoti nelle Alpi: un fenomeno complesso e poco frequente

Sebbene le Alpi siano una catena montuosa giovane e geologicamente attiva, i terremoti di media intensità non sono frequenti in quest’area. Gli eventi sismici più comuni nelle Alpi sono di bassa magnitudo e raramente superano il grado 4 della scala Richter. Tuttavia, è importante ricordare che la presenza di faglie e la complessa geologia alpina non escludono totalmente la possibilità di scosse più forti, anche se queste rappresentano l’eccezione e non la regola.

Monitoraggio costante e prevenzione

Eventi come quello di oggi mettono in evidenza l’importanza di un sistema di monitoraggio sismico efficiente e costantemente aggiornato. In questo senso, sia l’Italia che la Svizzera possono contare su strutture scientifiche di alto livello, come l’INGV e il SED, che garantiscono il monitoraggio in tempo reale e la tempestiva comunicazione degli eventi sismici.

Anche se oggi non si sono verificati danni, resta fondamentale mantenere alta la guardia, specialmente in territori che, pur essendo classificati a bassa sismicità, non sono completamente esenti da rischi. La sensibilizzazione della popolazione e la promozione di comportamenti corretti in caso di sisma restano strumenti chiave nella prevenzione.

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