Durante il secondo giorno di Conclave, giovedì 8 maggio, un evento ha attirato l’attenzione dei fedeli, dei giornalisti e di milioni di spettatori in tutto il mondo: dal comignolo della Cappella Sistina è uscita una fumata che ha generato confusione. Inizialmente grigia, poi nera, con sfumature biancastre nel finale, ha fatto credere per qualche istante a una possibile elezione del nuovo Papa. Ma così non è stato. Vediamo nel dettaglio cosa è successo, perché si è generata una falsa fumata bianca e quali sono le cause tecniche e storiche di fenomeni simili.
Cos’è successo durante il secondo giorno di Conclave?
Intorno alle 11:50 del mattino, come da tradizione, i cardinali hanno concluso il primo scrutinio della giornata e hanno bruciato le schede nel tradizionale braciere della Cappella Sistina. Dalla canna fumaria è quindi emerso del fumo, che inizialmente è apparso grigiastro, per poi scurirsi fino a diventare nero, con sfumature chiare nel finale.
Questo ha generato incertezza tra i presenti in piazza San Pietro e ha spinto molti a chiedersi se fosse stato eletto il nuovo pontefice. Tuttavia, l’assenza del suono delle campane di San Pietro ha confermato che non c’era ancora stato l’Habemus Papam.
Il significato delle fumate nel Conclave
Durante il Conclave, la fumata è il segnale visivo che annuncia al mondo se il nuovo Papa è stato eletto oppure no. Tradizionalmente:
La fumata nera significa che non si è raggiunto il quorum necessario (i due terzi dei voti).
La fumata bianca segnala che il Papa è stato eletto.
Questa modalità di comunicazione semplice ma solenne è in uso da secoli, ma non è esente da errori di interpretazione, specialmente a causa delle condizioni tecniche e atmosferiche che possono alterare il colore del fumo.
Una confusione non nuova: precedenti storici
Non è la prima volta che si verifica una fumata ambigua. Già nel 1958, in occasione del Conclave che portò all’elezione di Giovanni XXIII, una fumata inizialmente bianca ma poi scurita trasse in inganno molti, inclusi i giornalisti del Vaticano. Anche nel 2005, al momento dell’elezione di Papa Benedetto XVI, la fumata apparve grigia, tanto da creare incertezza tra i presenti, finché le campane di San Pietro non confermarono l’avvenuta elezione.
Proprio a seguito di questi episodi, la Chiesa ha deciso di adottare nuove misure tecniche per migliorare la chiarezza delle fumate.
L’introduzione dei fumogeni sintetici
Dal 2005 è stata introdotta una seconda stufa accanto a quella storica in ghisa, dove vengono bruciate le schede. In questa seconda stufa, addetti vaticani utilizzano fumogeni chimici per rafforzare il colore del fumo. Si tratta di una soluzione pensata per rendere inequivocabile il segnale visivo, distinguendo nettamente tra nero e bianco.
I materiali utilizzati per produrre i due colori sono specifici:
Per la fumata nera si impiegano antracene, zolfo e perclorato di potassio.
Per la fumata bianca, invece, si usano colofonia, lattosio e clorato di potassio.