Il dibattito tra i follower: appoggio quasi unanime a Briatore
Il video pubblicato da Briatore ha raccolto migliaia di visualizzazioni in poche ore, scatenando una valanga di commenti. La stragrande maggioranza degli utenti ha sostenuto la posizione dell’imprenditore, condannando l’eccessiva mania dei selfie che ormai permea ogni aspetto della società moderna, anche i momenti più sacri e intimi.
“Piena solidarietà, Flavio”, scrive un utente, “Non esiste più rispetto per nulla”.
“È una vergogna che il Vaticano abbia permesso queste scene”, aggiunge un altro commentatore.
Solo pochi hanno cercato di minimizzare la questione, sottolineando come ormai l’utilizzo del telefono sia diventato parte integrante della nostra cultura, anche se, come fa notare Briatore, esistono contesti in cui dovrebbe prevalere il rispetto sul desiderio di condividere ogni esperienza online.
La società moderna e il culto dell’immagine
La polemica sollevata da Briatore si inserisce in un contesto più ampio, che riguarda il rapporto tra tecnologia, social media e il senso del rispetto nei confronti di eventi solenni. In un’epoca in cui tutto viene fotografato, filmato e condiviso in tempo reale, diventa sempre più difficile stabilire un confine tra il legittimo desiderio di conservare un ricordo e la mancanza di rispetto verso la sacralità di certi momenti.
Il fenomeno dei selfie in contesti inappropriati non è nuovo. Già in passato si erano verificate scene simili durante commemorazioni solenni, eventi drammatici o visite a luoghi storici legati a tragedie. Tuttavia, vedere una tale dinamica durante i funerali di un Papa ha colpito profondamente l’opinione pubblica.
Il silenzio del Vaticano sulla polemica
Al momento, il Vaticano non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle accuse di Briatore o alle immagini che hanno fatto il giro del mondo. Non è chiaro se la Santa Sede abbia deliberatamente scelto di adottare un approccio permissivo, magari per accogliere il maggior numero possibile di fedeli senza imporre restrizioni, oppure se si sia trattato di una mancanza organizzativa.
Quel che è certo è che l’immagine di una folla intenta a scattare foto durante l’ultimo saluto al Pontefice ha lasciato un segno, alimentando una riflessione su come la società contemporanea viva il rapporto con la morte, la fede e la memoria.