Il caso Garlasco torna al centro della scena giudiziaria con un nuovo, durissimo scontro sulle analisi genetiche che potrebbero riaprire la ricostruzione dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli. Un delitto per il quale è stato condannato in via definitiva a 16 anni Alberto Stasi. Ma le nuove indagini della Procura di Pavia, che vedono indagato Andrea Sempio per concorso in omicidio, stanno generando tensioni crescenti.
Le indiscrezioni sui giornali: “piena concordanza” tra il Dna e la linea paterna di Sempio

Corriere della Sera, Repubblica e Messaggero hanno pubblicato indiscrezioni secondo cui ci sarebbe “piena concordanza” tra l’aplotipo Y rinvenuto su due unghie della vittima e la linea genetica paterna di Andrea Sempio. Un risultato che suggerirebbe che quel materiale biologico possa essere riconducibile proprio al giovane, amico del fratello di Chiara.
Resta però un nodo cruciale: il Dna sarebbe stato trasferito in una colluttazione o attraverso un oggetto condiviso? L’interpretazione della traccia resta quindi centrale.
La famiglia Poggi attacca: “dati non consolidati, quindi nulli”

I genitori e il fratello di Chiara, tramite i loro consulenti Marzio Capra e Dario Redaelli e i legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, contestano frontalmente le conclusioni della perizia condotta dalla genetista Denise Albani.
Secondo loro, l’analisi è stata effettuata su dati “non consolidati” e dunque privi di valore scientifico. Il riferimento è ai profili genetici ricavati nel 2014 dal perito Francesco De Stefano nel processo d’appello bis a carico di Stasi. All’epoca, quei dati furono dichiarati non comparabili e “non consolidati”.
Per la famiglia, dunque, quei profili – misti e parziali, comprensivi anche del cosiddetto “ignoto 2” – non possono essere utilizzati per alcuna valutazione biostatistica attendibile.
Il nodo delle comunicazioni: «non abbiamo ricevuto la relazione»
Secondo quanto emerso, consulenti e difensori dei Poggi non avrebbero ricevuto la relazione completa sulla parte biostatistica. Soltanto in serata è arrivata una mail dall’ufficio della gip Daniela Garlaschelli chiedendo di depositare memorie e osservazioni entro pochi giorni dall’udienza del 18 dicembre, in cui si discuteranno i risultati.
La perizia finale sarà depositata entro il 5 dicembre.
La difesa di Sempio: “Dati parziali, Dna misto, nessuna prova individualizzante”
La posizione della difesa di Andrea Sempio coincide, sorprendentemente, con quella dei Poggi su un punto: i dati sono parziali e non individualizzanti. Gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Ticcia – insieme ai consulenti Marina Baldi e Armando Palmegiani – sostengono infatti che le indiscrezioni riguardano solo meri calcoli biostatistici, non una prova completa.
Secondo loro mancano ancora del tutto le risposte decisive:
- la traccia deriva da contatto diretto?
- deriva da un oggetto usato da entrambi?
- quando è avvenuto il contatto?
Senza queste risposte, dicono, ogni interpretazione sarebbe “affrettata”.
Sempio: “Amareggiato. Non diranno mai che il Dna è mio”
Chi è sotto pressione è soprattutto Andrea Sempio, oggi 37enne, che – secondo persone a lui vicine – sarebbe «molto amareggiato» dalla fuga di notizie.
In un’intervista precedente con Bruno Vespa, Sempo aveva dichiarato: «Non arriveranno mai a dire con certezza che il Dna è mio». Secondo lui, le tracce sarebbero talmente parziali e miste da non poter condurre a un’attribuzione certa.
«Se fosse stata lasciata durante un’aggressione, sarebbe certa», aveva sottolineato.
La difesa continua inoltre a sostenere che l’origine del Dna possa essere banale: persino un telecomando usato da entrambi potrebbe aver trasferito i materiali genetici.
La tensione resta altissima, mentre si avvicina la data dell’udienza del 18 dicembre. Le nuove analisi hanno riacceso il dibattito pubblico, ma – come sottolineano tutte le parti – senza prove definitive su origine, dinamica e tempistica della traccia genetica, la questione rimane apertissima.
La famiglia Poggi e la difesa di Sempio si ritrovano così, paradossalmente, su un terreno comune: la contestazione della solidità scientifica dei dati al centro della nuova indagine.















