La difesa ritiene che la dinamica sia compatibile con un trasferimento indiretto e non con un’azione violenta o un contatto fisico tra i due.
L’impronta 33: “Non è di Sempio”
Un altro punto delicato è quello della celebre impronta 33, una traccia individuata sulla parete destra della scala dove fu ritrovato il corpo di Chiara. La Procura la attribuisce a Sempio, ma la difesa appare categorica.
Secondo Cataliotti, la Cassazione richiede almeno 17 punti di corrispondenza per attribuire un’impronta digitale con certezza a un soggetto. L’esperto Palmegiani, dopo aver consultato tecnici riconosciuti a livello nazionale, avrebbe escluso che la traccia sia riconducibile a Sempio:
“Siamo tranquillissimi: nessun esperto consultato ritiene quell’impronta compatibile con quella di Andrea.”
18 dicembre: la giornata decisiva
L’udienza sull’incidente probatorio rappresenta il passaggio più importante di questa fase del procedimento. Saranno i periti del gip a stabilire:
- la qualità e la quantità del DNA sotto le unghie;
- se la traccia sia compatibile o meno con un contatto diretto;
- se esistano forme di contaminazione ambientale.
Solo dopo quella data la Procura valuterà se chiedere o meno il rinvio a giudizio.
Un’indagine che resta sul filo
Con la tensione mediatica attorno a Sempio sempre alta e con il caso Poggi tornato al centro della cronaca dopo quasi vent’anni, il lavoro dei consulenti e la verifica scientifica rappresentano l’unico terreno solido su cui le parti possono oggi confrontarsi.
Le prossime settimane saranno dunque decisive: tra attese, strategie e nuovi dati tecnici, la vicenda del Garlasco Bis resta una delle indagini più delicate e osservate del Paese.

















