Secondo il leader di Azione, il M5S rientrerebbe proprio in questa categoria: un movimento che, pur proclamandosi indipendente e votato alla pace, finirebbe per fare il gioco di Mosca. Un’accusa che, seppur priva di prove concrete al momento, alimenta un clima di sospetto nei confronti dei pentastellati.
La critica al populismo e l’appello all’economia
Ma l’attacco di Calenda non si limita alla politica estera. Il segretario di Azione ha anche criticato l’intero dibattito pubblico, che – a suo dire – si concentra troppo spesso su tematiche irrilevanti per la vita dei cittadini. “Dovremmo smettere di parlare di questioni che non interessano a nessuno. Basta con le riforme dannose. Dobbiamo concentrarci sull’economia, o finiremo per andare a gambe all’aria”, ha affermato.
Un invito chiaro a riportare il focus del dibattito politico sulle priorità reali del Paese: crescita economica, occupazione, gestione del debito pubblico, innovazione e sostegno alle imprese. Temi che, secondo Calenda, sarebbero sistematicamente trascurati da forze politiche populiste, più impegnate a lanciare slogan che a proporre soluzioni concrete.
Il messaggio a Elly Schlein e il nodo delle alleanze
Le parole di Calenda arrivano anche a pochi giorni da un messaggio indirizzato alla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Rispondendo a chi ipotizzava una futura alleanza tra Azione, PD e Movimento 5 Stelle, il leader centrista è stato netto: “Se mi si chiede di scegliere tra Conte e Salvini, allora torno a fare il manager”.
Una frase che lascia poco spazio a interpretazioni e conferma la distanza ideologica tra Azione e il M5S. Calenda ha più volte ribadito che, a suo avviso, non può esserci alcuna collaborazione con una forza politica che considera ambigua, populista e priva di una visione strategica per il Paese.
Il rapporto controverso tra M5S e la questione Ucraina
Il Movimento 5 Stelle è da tempo oggetto di critiche per la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Sebbene Conte abbia condannato l’invasione russa, ha anche più volte ribadito la necessità di puntare su una soluzione diplomatica, invocando un cessate il fuoco e opponendosi all’invio continuo di armi a Kyiv. Una posizione che, secondo i detrattori, finisce per allinearsi – consapevolmente o meno – alla propaganda del Cremlino.
Calenda non è il solo a pensarla così. Anche altri esponenti del centrosinistra e del centrodestra hanno sollevato dubbi sulla coerenza e sull’effettiva neutralità del M5S sul conflitto ucraino.
Azione e il posizionamento centrista: né con Conte né con Salvini
Il progetto politico di Carlo Calenda si fonda sull’idea di costruire un’alternativa moderata e riformista, distante sia dal sovranismo della Lega sia dal populismo del Movimento 5 Stelle. Azione si propone come forza liberale, europea e pragmatica, attenta ai temi economici e alle esigenze della classe media produttiva.
Nel suo discorso a Montecitorio, Calenda ha sottolineato ancora una volta l’urgenza di abbandonare le polemiche sterili e di lavorare su proposte concrete. Il suo appello è rivolto anche agli altri partiti: serve un patto tra forze responsabili per rilanciare l’Italia su basi solide, lasciando da parte ideologie e calcoli elettorali.
Le reazioni del Movimento 5 Stelle
Al momento, dal Movimento 5 Stelle non sono arrivate risposte ufficiali alle accuse di Calenda. Tuttavia, non è la prima volta che Giuseppe Conte e i suoi vengono attaccati per la loro linea politica in materia di politica estera. Il M5S, da parte sua, ha sempre rivendicato l’autonomia delle proprie scelte, dichiarandosi favorevole a una soluzione diplomatica dei conflitti e contrario a ogni forma di escalation militare.
Resta da vedere se nei prossimi giorni ci saranno repliche dirette da parte dei vertici pentastellati, oppure se si deciderà di ignorare la polemica.