giovedì, Giugno 19

Riserva militare italiana: parte il piano Difesa, come funziona

L’obiettivo è creare un corpo già addestrato, richiamabile in modo rapido per difendere i confini, gestire crisi nazionali o supportare le Forze Armate in scenari straordinari. La selezione sarà su base volontaria, ma chi entrerà nella riserva dovrà rispettare obblighi precisi.

Obblighi per i riservisti: addestramento e reperibilità

I cittadini italiani in congedo volontario con almeno tre anni di servizio potranno candidarsi. Una volta selezionati, dovranno:

  • essere reperibili in qualsiasi momento;
  • comunicare variazioni di domicilio;
  • sottoporsi a controlli medici annuali;
  • partecipare ad almeno due settimane di addestramento ogni anno.

I riservisti potranno essere mobilitati in tempo di guerra, in caso di dichiarazione di stato di emergenza o per missioni di sicurezza nazionale.

Il modello di riferimento: l’Austria

L’Italia guarda all’Austria, dove una riserva di 35.000 unità riceve un compenso annuo di circa 6.000 euro e addestramento obbligatorio per 30 giorni l’anno. In Italia l’idea è replicare solo in parte questo modello, attingendo a ex militari di ferma breve o ex membri delle forze dell’ordine.

Il Pd appoggia: una proposta complementare

In parallelo, il deputato dem Stefano Graziano ha presentato una proposta simile, che prevede l’ingresso volontario di ex militari per supportare le Forze Armate “in linea con i modelli già adottati nei principali Paesi europei”. Il testo del Pd propone incentivi alle aziende che concederanno permessi lavorativi ai dipendenti riservisti e una maggiore apertura anche agli ex agenti delle forze di polizia.

Vogliamo arrivare a un testo unico, moderno e condiviso”, ha dichiarato Minardo, “per valorizzare l’esperienza di chi ha già servito lo Stato”.

Discussione in Parlamento: si parte l’8 luglio

La discussione parlamentare inizierà l’8 luglio in Commissione Difesa, e centrodestra e opposizione sembrano intenzionati a collaborare. Se approvato, il provvedimento potrebbe diventare uno strumento strutturale per la difesa nazionale, segnando un cambio di passo nelle politiche italiane di sicurezza in risposta a un contesto internazionale sempre più instabile, con il conflitto Israele-Iran che preoccupa tutta l’area euro-mediterranea.

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