lunedì, Aprile 28

“Guerrina Piscaglia è viva”: secondo l’anagrafe, cosa succede

 

Come funziona la dichiarazione di morte presunta

Per regolarizzare la posizione anagrafica di Guerrina e sbloccare le questioni patrimoniali in sospeso, la famiglia dovrà avviare una procedura legale specifica: la “dichiarazione di morte presunta”. Questo iter prevede il coinvolgimento del tribunale e richiede una serie di passaggi formali ben precisi. Non basta, infatti, la condanna penale definitiva per dichiarare una persona legalmente deceduta in mancanza di un corpo.

 

La legge italiana è molto rigorosa su questo punto: per ottenere la dichiarazione di morte presunta devono trascorrere almeno dieci anni dalla scomparsa o deve esistere una prova evidente che la persona sia morta in circostanze tali da escludere ogni possibilità di sopravvivenza. In alternativa, il procedimento può essere accelerato se vi è una sentenza penale definitiva che accerta l’omicidio, come in questo caso, ma serve comunque un’apposita richiesta alla magistratura civile.

 

Secondo fonti vicine alla famiglia, i parenti di Guerrina stanno valutando in queste settimane se intraprendere questo percorso legale, che potrebbe porre fine a una situazione già di per sé drammatica e dolorosa.

 

La condanna di padre Graziano

Gratien Alabi, meglio conosciuto come padre Graziano, è attualmente detenuto in carcere dove sta scontando la pena di 25 anni inflitta per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Nonostante il processo abbia fatto luce su molte ombre del caso, resta irrisolto uno degli aspetti più cruciali: che fine abbia fatto il corpo di Guerrina. Nessuna confessione piena, nessun ritrovamento, nessuna traccia utile a dare degna sepoltura alla donna scomparsa.

 

Durante il processo, emerse che tra Guerrina e padre Graziano ci fosse un rapporto ambiguo, probabilmente segnato da ricatti emotivi e forse da una relazione clandestina. Tuttavia, resta ancora un alone di mistero sulle vere motivazioni che portarono l’ex sacerdote a compiere un gesto così estremo.

 

Una ferita ancora aperta

Il caso di Guerrina Piscaglia rappresenta una delle pagine più drammatiche della cronaca italiana recente. Non solo per la violenza e la crudeltà dell’omicidio, ma anche per il dolore infinito lasciato ai suoi familiari, aggravato dall’impossibilità di avere una tomba su cui piangere.

 

La mancanza di un corpo impedisce un vero e proprio lutto, mentre il limbo legale tiene ancora bloccati beni e risparmi che avrebbero dovuto essere trasferiti ai suoi cari. A undici anni dalla scomparsa, la famiglia di Guerrina si trova ancora a dover combattere contro la burocrazia per ottenere il riconoscimento formale di una morte che, di fatto, è stata accertata da tempo.

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