sabato, Aprile 26

Il mistero della morte del Papa, cosa non torna

«Il Santo Padre stava molto male», racconta Alfieri. Subito si è attivato per un eventuale trasferimento al Gemelli, ma appena giunto alla Domus Santa Marta, ha trovato Francesco in condizioni gravi. «Aveva gli occhi aperti ma non rispondeva agli stimoli, nemmeno a quelli dolorosi», ha detto il medico. In pratica, il Papa era già in coma profondo, senza alcuna possibilità di recupero.

Tempistiche Incoerenti: Cosa È Successo Davvero?

Questa testimonianza solleva una questione fondamentale: se il Papa era già in coma alle 5:30, come può essere credibile la versione secondo cui si sarebbe svegliato normalmente un’ora dopo? L’affermazione del chirurgo evidenzia un vuoto temporale di almeno due ore tra il momento in cui Bergoglio ha perso conoscenza e l’annuncio ufficiale della sua morte.

Alfieri ha dichiarato che il Santo Padre è spirato “poco dopo”, senza però specificare l’ora esatta. Quel “poco dopo”, se preso alla lettera, potrebbe anche voler dire un’ora o più di differenza rispetto al coma iniziale. Allora perché si parla ancora di decesso alle 7:35?

Una Comunicazione Che Fa Riflettere

Quando si parla della morte del Papa, nulla può essere lasciato al caso. Ogni dettaglio, dalla gestione medica alla comunicazione pubblica, è pianificato con rigore assoluto. Proprio per questo motivo, le incongruenze temporali e narrative appaiono ancora più sorprendenti. Non si tratta solo di una questione di minuti, ma di una discrepanza sostanziale tra ciò che si è detto al mondo e ciò che sarebbe realmente accaduto tra le mura della Santa Sede.

In una realtà come quella vaticana, dove simbolismo e protocollo si intrecciano, anche l’ora del decesso non è un dato neutro. Segna l’inizio del periodo di sede vacante e il successivo avvio del Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice. La trasparenza in questi passaggi è fondamentale, e proprio per questo motivo ogni anomalia diventa rilevante.

I Sacri Palazzi e il Potere della Narrazione

A Roma esistono due mondi paralleli: quello dei Palazzi del potere civile e quello dei Sacri Palazzi, dove si decide il destino spirituale di milioni di fedeli. Chi conosce bene questi ambienti sa quanto contino le parole sussurrate nei corridoi della Curia. Ed è proprio da questi ambienti riservati che trapelano le frasi più significative. Una fonte anonima, ma ben introdotta, ha affermato: «Il Papa sta bene, finché non è morto». Una battuta che, letta oggi, suona come un’amara premonizione.

Il Silenzio e le Domande Rimaste Senza Risposta

Al momento, nessuno tra i portavoce ufficiali del Vaticano ha fornito spiegazioni dettagliate riguardo alla discrepanza tra le varie ricostruzioni. L’impressione è che si sia cercato di gestire con prudenza una situazione difficile, forse per evitare allarmismi, forse per motivi interni che non verranno mai chiariti del tutto.

Tuttavia, proprio per l’importanza della figura del Papa, si impone una riflessione sulla necessità di una comunicazione più trasparente, anche nei momenti di crisi. Perché se il mondo ha il diritto di piangere il suo leader spirituale, ha anche il diritto di conoscere la verità sulle sue ultime ore.

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