Al centro dell’inchiesta anche il progetto di restyling del grattacielo “Pirellino”: una delle operazioni immobiliari più ambite della città. In questo contesto, le pressioni esercitate da Catella, Tancredi, Marinoni e l’architetto Stefano Boeri configurerebbero un reato di induzione indebita.
Sala indagato: l’inchiesta arriva al vertice politico
Tra i oltre 70 indagati nei diversi filoni dell’inchiesta compare anche il nome del sindaco Beppe Sala. Al momento non è stato colpito da misure cautelari, ma il suo coinvolgimento segna per la prima volta un punto di contatto diretto tra magistratura e vertice politico del Comune.
Secondo la Procura, il sistema di potere che si sarebbe radicato nella macchina urbanistica milanese andava ben oltre il confine tra pubblico e privato. Le decisioni su progetti chiave – si legge nell’ordinanza – venivano influenzate da “relazioni opache, interessi incrociati e percorsi paralleli rispetto alle procedure ufficiali”.
Una Milano trasformata in laboratorio speculativo
Le parole usate da Marinoni nelle intercettazioni descrivono senza filtri il cuore dell’inchiesta: “speculazione edilizia intensiva”, con “alte parcelle garantite” e un “sostegno sistematico del Comune” agli operatori privati. Per i magistrati, l’urbanistica è diventata terreno di scambio e pressione, più che strumento di pianificazione pubblica.
Ora sarà la giustizia a fare luce su una vicenda che scuote non solo Milano, ma l’intero modello di sviluppo delle grandi città italiane, dove interessi privati e potere politico spesso si intrecciano senza controlli efficaci.