venerdì, Ottobre 3

Flotilla, israeliani a bordo dell’Alma: equipaggio fermato. Tajani: “Gli italiani saranno espulsi da Ashdod”

L’abbordaggio è iniziato: Israele a bordo della nave Alma

Alle 19:30 è arrivata la conferma: la Marina israeliana ha dato il via all’abbordaggio della Global Sumud Flotilla. La prima imbarcazione a essere fermata è stata l’Alma, isolata e raggiunta da motovedette militari. Gli attivisti hanno raccontato in diretta lo sviluppo delle operazioni, sottolineando come i sistemi di comunicazione siano stati disattivati per alcuni minuti. Secondo fonti diplomatiche, nessun attivista avrebbe opposto resistenza.

Scuderi: “Ci stanno per fermare”

Alle 19:40, l’europarlamentare Benedetta Scuderi (Avs), a bordo della Flotilla, ha scritto su Instagram: «Ci sono diverse imbarcazioni che stanno bloccando la nostra strada a poche miglia da noi. Da lì inizierà l’intercettazione. Restate connessi, ci stanno per fermare». Poco dopo, l’equipaggio ha confermato l’ingresso a bordo dei militari israeliani.

Crosetto: “Non attacco, ma blocco”

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha provato a ridimensionare la gravità dell’operazione: «Non lo chiamerei attacco, lo chiamerei blocco. Mi auguro che tutto avvenga senza problemi. Le barche sono circondate e saranno portate ad Ashdod. L’importante è che non ci sia violenza e che l’operazione avvenga con calma».

Tajani: italiani verso Ashdod, poi l’espulsione

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato da Bruno Vespa al Tg1, ha confermato il piano: «Abbiamo dato mandato all’ambasciata a Tel Aviv e ai consolati di assistere gli italiani. Saranno portati al porto di Ashdod e poi espulsi. Credo ci sarà un volo per riportarli in Europa insieme agli altri attivisti». Tajani ha aggiunto che l’abbordaggio era «previsto» e che aveva già chiesto a Israele di non ricorrere alla violenza. «Gli attivisti ci hanno garantito un atteggiamento gandhiano», ha sottolineato.

Meloni da Copenaghen: “Insistere è irresponsabile”

La premier Giorgia Meloni, parlando dalla capitale danese, ha ribadito la sua posizione critica: «Insistere è stato irresponsabile. Forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità. Se fosse stato davvero per una ragione umanitaria, si sarebbero accettate le numerose proposte per consegnare gli aiuti in sicurezza». Nel frattempo, fonti arabe (Al Jazeera) hanno parlato di mine esplose in mare, ma la notizia non ha trovato conferme ufficiali.

Una notte lunga e incerta

L’operazione di Israele potrebbe durare ore, forse oltre la mezzanotte. Gli attivisti, pur consapevoli del rischio, hanno scelto di non opporsi fisicamente. Sullo sfondo, resta la preoccupazione per le sorti degli equipaggi e il timore di una crisi diplomatica tra Roma e Tel Aviv, mentre in Italia continuano le mobilitazioni di solidarietà con la Flotilla.

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